2017, guerra con la Russia
Tempo di lettura: 2 minutiEsce in Gran Bretagna il romanzo 2017, War with Russia. Un trhiller che racconta della prossima guerra tra l’Occidente e Mosca a seguito dell’acuirsi della crisi Ucraina. Solo un romanzo certo, «se non che l’autore è sir Richard Shirreff, un generale britannico a quattro stelle, più alto in grado della Nato, secondo al solo comandante supremo, e come tale, testimone e partecipe delle riunioni di più alto livello dove si decidevano le politiche di sicurezza dell’Occidente
». Così sul Corriere della Sera del 9 giugno Ricardo Franco Levi.
Ovviamente nel libro la guerra sarebbe conseguenza dell’aggressività russa. E però, annota l’autore, «se siamo arrivati a questo punto, la responsabilità non è solo della Russia di Vladimir Putin, è anche nostra, dell’Occidente. Dopo aver allargato la Nato ai Paesi dell’Europa centrale, ai Balcani e ai Paesi Baltici, con la promessa di un ingresso nell’Alleanza estesa all’Ucraina abbiamo reso concreta la possibilità e acuito la storica paura di un accerchiamento militare in una Russia che, dopo il crollo dell’Unione sovietica e il caos degli anni Novanta, stava recuperando la propria potenza e il proprio orgoglio nazionale
».
Levi conclude che è necessario attutire il confronto ed è dovere della politica recuperare «un dialogo e una collaborazione con Mosca», evitando di cercare rassicurazioni solo sul piano della sicurezza militare.
Nota a margine. Il libro di sir Richard Shirreff suona come un campanello d’allarme. L’ennesimo. Ché il pericolo è reale. Come anche la datazione: chi spinge per l’opzione bellica (i neocon) immagina di avere una finestra di opportunità ridotta per la vittoria. Ora o mai più, stante che l’avversario storico sta riprendendo sempre più vigore.
Un’idea folle, che si fonda sulla presunzione di gestire l’eventualità di una guerra atomica grazie al gap tecnologico-militare tra i contendenti. Follia, certo, ma basta vedere la follia dell’Isis, l’altra faccia della medaglia della rivoluzione globale alimentata dagli ambiti neocon, per capire quanto sia reale e pervicacemente perseguita.
Anche la data ha la sua suggestione per gli ambiti neocon, i quali hanno spinto per la disfatta del comunismo rifiutando l’opzione riformista di Gorbaciov. Infatti, il prossimo anno sarà il centenario della rivoluzione russa, un anno ideale per chiudere definitivamente i conti con il mostro rivoluzionario.
La rivoluzione comunista di Marx, improntata alla difesa dei lavoratori e alla razionalità (almeno negli ideali del filosofo), deve lasciare spazio alla rivoluzione neoconservatrice, fondata sul trionfo dell’aristocrazia plutocratica e l’irrazionalismo.