"Daccò e Simone restino in cella. Possono corrompere la Regione"
Tempo di lettura: < 1 minuteMossa a sorpresa dei pubblici ministeri che indagano sullo scandalo della Fondazione Maugeri, che avrebbe incassato indebitamente milioni dalla Regione Lombardia in cambio di elargizioni munifiche a facilitatori e politici. All’approssimarsi della scadenza dei termini della custodia cautelare per il politico Antonio Simone e per il faccendiere Pierangelo Daccò, al centro dell’oscura vicenda, i pubblici ministeri hanno chiesto al gip altri mesi di carcere preventivo.
Se per Daccò, appena condannato a dieci anni di carcere per la parallela vicenda del san Raffaele, la proroga era alquanto scontata, per Simone rappresenta un caso d’eccezione, dal momento che i pm hanno fatto ricorso a un articolo del codice penale, il 305, non troppo usato. Un articolo che prevede la richiesta di ulteriori tre mesi di carcere preventivo solo in caso di «accertamenti particolarmente complessi». I pm, nelle loro motivazioni, hanno spiegato la richiesta adducendo le forti ascendenze dei due sul Governatore della Lombardia, Roberto Formigoni (sorta di imputato ombra del processo), e un «formidabile potere», anche ricattatorio, all’interno della Regione. Al gip l’ardua sentenza.
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