Usa: questioni di hacker
Tempo di lettura: 2 minutiHa destato sconcerto nel mondo il reiterato hackeraggio dei sistemi informatici degli Stati Uniti, che hanno rivelato le mail della Clinton registrate sul suo server personale nonostante la natura pubblica (sistema del quale sembra sia stato a conoscenza anche Barack Obama nonostante i dinieghi, come rivelano documenti dell’FBI). Ma anche le manovre dei maggiorenti del partito democratico per favorire la campagna di Hillary a scapito del suo rivale Sanders e altro.
Sconcerto sia per i contenuti della documentazione rivelata al pubblico, sia per la facilità con cui i pirati bucano le difese. Politici e media occidentali indicano nei russi i responsabili di tali attacchi.
Evgeny Morozov, esperto di rete intervistato da Francesca De Benedetti per la Repubblica del 24 settembre, è scettico. E spiega: «Nei cyberattacchi è quasi impossibile dimostrare chi è responsabile. In assenza di prove, scatta la guerra di supposizioni. La vince chi ha la migliore strategia di marketing (e chi ha più soldi). A una grande azienda come Yahoo [attaccata di recente ndr.] conviene dire che è stata hackerata da un governo, perché questo rende più tollerabile la sua incompetenza nel proteggere i nostri dati
».
«L’America, e le sue aziende – prosegue Morozov -, sono un target preferito per il semplice fatto che la maggior parte dell’economia globale ruota attorno a loro. Ma anche aziende russe e cinesi vengono piratate, solo che se ne parla di meno. Poi negli Usa siamo in una stagione elettorale, e c’è una specie di “paranoia” dell’ingerenza russa, così ogni pirataggio viene attribuito al Cremlino: fa parte del circo mediatico
».
Nota a margine. Accusare la Russia per le imprese di anonimi hacker è, oltretutto, l’unica arma di difesa che ha a disposizione Hillary Clinton.
Non solo distoglie l’attenzione dai contenuti delle informazioni piratate, fonte di imbarazzo per la candidata democratica; ma la fa apparire come una vittima di manovre oscure, ribaltando quanto emerge da tale documentazione, che invece rivela le manovre oscure per aiutarla nella corsa alla Casa Bianca e quelle da lei compiute in passato per favorire operazioni estere non proprio cristalline (vedi guerre in Libia e in Siria).