Le Filippine si smarcano da Washington
Tempo di lettura: < 1 minute«Il presidente delle Filippine Rodrigo Duterte ha detto lunedi che nel corso di questo anno avrebbe visitato la Russia e la Cina al fine di tracciare una politica estera indipendente e creare “alleanze aperte” con le due potenze che presentano rivalità storiche con gli Stati Uniti». Così sulla Reuters del 26 settembre.
«Duterte ha detto che le Filippine sono giunte al “punto di non ritorno” nel rapporto con l’ex potenza coloniale degli Stati Uniti, così ha voluto rafforzare i legami con le altre due potenze mondiali con le quali Washington si trova in contrasto sulla scena politica internazionale».
Nota a margine. Rodrigo Duterte cerca quindi di smarcare il suo Paese dalla tutela di Washington, che dura tempo. Un cambiamento non di poco conto nel panorama asiatico (e non solo) se si tiene in considerazione anche il grande peso di Manila nella controversia che oppone Pechino ai vari Paesi bagnati dal Mar cinese meridionale, sulla quale si gioca il futuro geopolitico della seconda potenza economica globale.
Personaggio controverso e in grado di riservare sorprese, il leader delle Filippine può rappresentare una variabile non secondaria del grande gioco che si snoda in questo angolo di mondo. Anche per questo motivo è da prevedere che le sue scelte incontreranno contrasti non indifferenti.