Le mail della Clinton e l'Isis
Tempo di lettura: 2 minutiNuove rivelazioni di Wikileaks, stavolta più esplosive di altre. Sono mail scambiate tra Hillary Clinton e John Podesta, suo collaboratore all’epoca in cui era a capo del Dipartimento di Stato e attuale presidente della sua campagna elettorale.
Nella mail si legge: «Con tutti i suoi aspetti tragici, l’avanzata dell’ISIL [o Isis o Daesh in arabo ndr.] attraverso l’Iraq offre al governo degli Stati Uniti la possibilità di cambiare il modo di trattare della sicurezza nella caotica la situazione in Nord Africa e in Medio Oriente».
Nelle mail si consiglia di usare «risorse di intelligence e truppe per azioni specifiche di aggressione», evitando «soluzioni di vecchia scuola» (ovvero «operazioni militari tradizionali») per conseguire gli interessi degli Stati Uniti.
Si suggerisce quindi di utilizzare contro l’Isis i peshmerga curdi, e contro Assad i ribelli moderati e i jihadisti.
Ma la parte più esplosiva è la dove si legge: «Abbiamo bisogno di usare la nostra intelligence, le nostre risorse diplomatiche e più tradizionali per esercitare pressioni sui governi di Qatar e Arabia Saudita, che stanno fornendo supporto finanziario e logistico clandestino all’ISIL e ad altri gruppi sunniti radicali nella regione».
Interessante anche il passaggio in cui si legge: «La Turchia si muove verso una nuova realtà islamica […]; sarà importante per loro rendersi conto che siamo disposti a prendere gravi provvedimenti […] per proteggere i nostri interessi nazionali».
Nota a margine. Che Arabia Saudita e Qatar sostenevano l’Isis era noto a livello mediatico. Ma leggerlo su una mail del possibile futuro presidente degli Stati Uniti è altra cosa. Tenendo anche in debita considerazione che la Clinton non ha mai denunciato tale rapporto criminale. Forse ci sarebbe qualcosa da spiegare ai familiari delle vittime degli attentati terroristici che hanno funestato il mondo e il suo Paese…
Né tali Stati, nonostante l’Isil abbia colpito gli Usa, sono mai stati trattati da nemici, al contrario della Siria, che invece, anche da queste mail, risulta target primario (una vera e propria ossessione).
Interessante anche l’accenno al fatto che il caos scatenato in Africa del Nord e nel Medio Oriente più che essere motivo di preoccupazione, appare in queste mail come foriero di nuove opportunità per gli Stati Uniti. L’avevamo scritto in passato. Solo una conferma autorevole.
Come interessante è l’accenno minaccioso alla Turchia, che forse spiega perché Ankara dopo il fallito golpe di luglio abbia iniziato a diffidare dell’alleato americano.