La Nato vista da Romano
Tempo di lettura: 2 minutiIn un intervento sul Corriere della Sera del 26 ottobre, Sergio Romano spiega i meccanismi interni dell’Alleanza Atlantica, patto di natura politico-militare, e della Nato, organizzazione militare dell’Alleanza stessa.
Interessante la conclusione: «Mentre le grandi linee dell’Alleanza vengono discusse nei Parlamenti nazionali, gli accordi strettamente militari sono segreti. Teoricamente la Nato è un’organizzazione fra eguali. Nella realtà il peso militare degli Stati Uniti conferisce alle loro scelte un ruolo determinante»
.
«Credo che questo sia stato particolarmente vero nel caso dell’allargamento dell’Alleanza e dell’Organizzazione ai Paesi che facevano parte del Patto di Varsavia e, più tardi, ad altri Paesi dell’area ex sovietica. La decisione, dopo qualche esitazione, fu presa nell’ambito della presidenza Clinton e realizzata in quella del suo successore
».
Nota a margine. La nuova Guerra Fredda ha gelato la prospettiva, che reputavamo interessante anche per gli Stati Uniti, di un’Europa allargata dall’Atlantico agli Urali, con il Vecchio continente come ponte naturale tra le due potenze globali.
Una prospettiva che poteva essere di ausilio anche alle giovani democrazie dell’Est, alle quali si è proposto di passare da un Patto all’altro (da quello di Varsavia a quello Atlantico) senza valutare le conseguenze. La Russia si è vista piazzare i sistemi missilistici e anti-missile alle porte di casa e si è sentita minacciata.
Va ricordato peraltro che i nuovi membri hanno portato nella Nato una vis anti-russa derivante da antichi attriti con i potenti vicini, ignota ai vecchi membri della Ue. Particolare che non aiuta a raffreddare gli animi.