Costantino e San Giovanni
Tempo di lettura: 2 minutiOggi la Chiesa fa festa per la dedicazione della Basilica di San Giovanni in Laterano. Era l’inizio del quarto secolo allora, e l’imperatore Costantino volle costruire la chiesa che per secoli avrebbe ospitato le celebrazioni liturgiche dei papi, per i quali fece edificare una residenza presso la basilica stessa.
Significativo che la Chiesa voglia ricordare tale dedicazione e la proponga a tutti i suoi fedeli come evento di cui esser grati. E ancor più significativo che tale memoria sia legata non tanto a un’iniziativa papale, ma a quella di un imperatore, quel Costantino che la Chiesa venera come santo, in particolare quella Ortodossa.
A dimostrazione che il Signore non ha bisogno che siano i papi a promuovere o attuare cose. Ci pensa lui, usando chi vuole. Così anche questa piccola festa aiuta a guardare con la giusta ironia certa papolatria imperante, dalla quale fa più che bene a mettere in guardia Francesco.
Aiuta a mettere le cose al loro posto. «Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia chiesa», promette Gesù all’apostolo che il Padre aveva scelto come primo papa. Dove in quell’«edificherò» c’è tutto.
Si può provare a immaginare una cosa opposta. Una promessa di Pietro al Signore: «Ti prometto che edificherò la tua Chiesa»…
Più che pretenziosa, tale dichiarazione suonerebbe di un umorismo sperticato. E dire che tanti ecclesiastici, tanti analisti della Chiesa si profondono in tale vano esercizio senza rendersene minimamente conto.
Bizzarria della modernità, dove la fede nel Signore è stata sostituita da un affannoso darsi da fare.
Conforta in tal senso anche il fatto che la Chiesa che sarebbe stata il cuore della cristianità non sia stata dedicata a Pietro, ma anticamente al Salvatore e poi a Giovanni.
Così da far memoria della resurrezione, senza la quale vana sarebbe la nostra fede, e poi al precursore, il prediletto tra i profeti, e al piccolo Giovanni, l’evangelista che pose il suo capo sul petto del Signore all’ultima cena. E che, apostolo fanciullo, amava meno il Signore di Pietro, ma che era più felice perché più amato dal Signore, come ripeteva tanto spesso don Giacomo Tantardini.
A indicare la dinamica propria della Chiesa, che poi è la meravigliosa dinamica della predilezione del Signore.