Il senso di Fillon per Putin
Tempo di lettura: 2 minutiSarà François Fillon a sfidare Alain Juppé al ballottaggio per le primarie dei repubblicaines, che decideranno chi sarà il candidato alla presidenza della Repubblica francese per il centro-destra.
Ne traccia un profilo Leonardo Martinelli sulla Stampa del 22 novembre, soffermandosi sui suoi rapporti con Putin. Anche se egli nega, pare che i due siano legati da vincoli da amicizia. «Che sia amicizia o meno, Fillon non perde occasione per difendere Putin e un ritorno della Francia a una politica filo-russa», scrive Martinelli, ricordando come egli abbia più volte criticato l’imposizione delle sanzioni a Mosca e altro.
«Per l’astro nascente della destra francese — continua il cronista – la Russia serve a contrastare l’avanzata dell’integralismo islamico. Non solo: un asse Parigi-Mosca (meglio se passa da Berlino) servirebbe alla Francia per sdoganarsi una volta per tutte dagli Stati Uniti […] E oggi, con Donald Trump ai comandi, il messaggio forse passerebbe senza problemi pure a Washington».
E anche su Assad la sua linea si allontana da quella dominante. Non è certo un fan del presidente siriano, e però ha rimarcato che i cristiani d’Oriente «sanno che se Assad cade, i sunniti prenderanno il potere: per loro resterebbe l’alternativa tra la valigia per l’esilio e la bara».
Nota a margine. Posizioni di certo interesse quelle di Fillon. Una boccata d’aria nuova in questa povera Europa che non riesce a uscire dal tunnel nel quale è stata precipitata dalle oscure strategie dei neocon e dalla loro ossessione anti-russa che tanti danni sta provocando al Vecchio Continente e al mondo.
Sia che vinca sia che perda, il fatto che Fillon sia andato al ballottaggio ne rafforza la posizione nell’ambito del contesto politico francese. E rafforza la linea che egli incarna.