8 Marzo 2017

La Corea del Sud, il Thaad e l'ombra degli sciamani

La Corea del Sud, il Thaad e l'ombra degli sciamani
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Gli Stati Uniti intendono piazzare il sistema d’arma Thaad in Corea del Sud. Uno scudo anti-missile più che sodisticato. Tale grave decisione è stata presa a seguito dell’ennesima provocazione del leader della Corea del Nord Kim Jong-un, il quale ha fatto lanciare un’altra salva di missili, stavolta nel mar del Giappone.

 

La mossa americana è stata sollecitata dal presidente transitorio della Corea del Sud Hwang Kio-Han, che ha preso il posto di Park Geun-hye, esautorata dal suo incarico a seguito di una procedura di impeachement nata da uno scandalo alquanto simbolico che val la pena ripercorrere.

 

Un’inchiesta della magistratura coreana aveva infatti individuato illeciti riferibili a una torbida figura, tal Choi Soon-sil. Ma più che dagli illeciti i cittadini coreani erano rimasti scioccati dal torbido legame tra tale figura, una sciamana, e la presidente Park Geun-yeh, che di fatto ne era soggiogata.

 

La storia della Corea del Sud veniva così a ripetersi e a tramandarsi di padre in figlia. Il padre di Park Geun-yeh era infatti Park Chung-hee, il dittatore che aveva governato il Paese prima di lei. Questi a sua volta si era consegnato  a uno sciamano, che era poi il padre della stessa Soon-sil.

 

Tale modello di capitalismo satanico (nel senso letterale della parola, come visto) da sempre è stato contrapposto con fierezza dall’Occidente alla Corea del Nord, consegnata invece oggi alle beghe di Kim Jong-un, il bulletto che tiranneggia il Paese dopo esser anche lui succeduto al padre padrone.

 

Ma al di là del parallelismo asimmetrico tra le due Coree, non c’è che da preoccuparsi per la decisione improvvida di installare un sistema anti-missile nella Corea del Sud. Improvvida perché unilaterale.

 

La Cina ha infatti ammonito gli Stati Uniti a non proseguire su questa strada, dal momento che Pechino non può non temere che il Thaad possa favorire una nuova guerra tra le due Coree, cosa che non potrebbe che coinvolgere, come già avvenuto nel passato, anche il Dragone.

 

Non solo. Questa iniziativa sembra replicare, in altro meridiano, quanto avvenuto per lo scudo anti-missile che gli Stati Uniti hanno installato nell’Europa dell’Est, che i russi hanno percepito, non a torto, come una minaccia per il proprio Paese.

 

Peraltro la richiesta di tale infausto sistema d’arma è venuta da un presidente pro-tempore, Hwang Kyo-Ahn, che guida un Paese che si appresta ad andare a nuove elezioni (che peraltro vedono ad oggi favorito il partito socialdemocratico, contrario a tale iniziativa).

 

Una forzatura da parte di Kyo-Ahn, che forse risente della nefasta aura sciamanica che ancora impregna il palazzo presidenziale della Corea del Sud. Peraltro tale forzatura rischia di essere irrevocabile, dal momento che una volta installato sarà difficile rispedire il Thaad oltreoceano.

 

Altre volte, di fronte ai gesti minacciosi, più scenografici che reali, della Corea del Nord, Washington e Pechino si erano coordinati, pur nelle distanze, per un’azione distensiva più o meno congiunta. Stavolta invece gli Stati Uniti hanno deciso da soli, con un’iniziativa che invece di portare un attutimento delle tensioni le ha alzate.

 

Val la pena ricordare che tra la Cina e gli Stati Uniti è in atto uno scontro muscolare che si impernia sul mar cinese meridionale (anche se la vera posta in gioco è la leadership economica globale), del quale il Dragone reclama la sovranità a scapito dei Paesi limitrofi, dal Giappone alle Filippine al Vietnam, più o meno legati a loro volta a Washington.

 

L’installazione del sistema Thaad serve solo a gettare benzina sul fuoco. E a rendere sempre meno impossibile un confronto Usa-Cina, che non può che avere una portata globale. Roba da sciamani, appunto.

A metà marzo Rex Tillerson, il nuovo segretario di Stato Usa, ha in programma un tour asiatico con tappe in Giappone, Corea del Sud e Pechino. Si spera che serva a dissipare le attuali tensioni.

 

Nella foto:proteste contro Park Geun-hye e la sua consigliera Choi Soon-sil

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