Il mercato delle armi non conosce crisi
Tempo di lettura: < 1 minute«C’è un mercato – tutt’altro che nobile – che si sta facendo beffe della crisi economica mondiale. Secondo il rapporto Small Arms Survey 2012, “il valore annuo dei trasferimenti legali di armi leggere e di piccolo calibro, compresi accessori, ricambi e munizioni, supera gli 8.5 miliardi di dollari”, oltre il doppio rispetto al 2006. Se si sommano i traffici illeciti, i profitti varcano la soglia fatidica “dei 10 miliardi di dollari l’anno”, precisa Eric Berman, direttore generale della ricerca (…).
“Impossibile sapere con certezza quante armi circolino attualmente nel mondo” precisa Matt Schroeder, coadiutore del rapporto Small Arms Survey. Ma le stime lasciano pochi dubbi. Mai nella storia dell’uomo c’è stata una diffusione così capillare di armamenti leggeri e di piccolo calibro, fucili automatici e mitragliatrici, lanciagranate, revolver, mortai, missili portatili anticarro e antiaereo, mine e così via. Non meno di 560 milioni di esemplari insanguinano i quattro angoli del pianeta.
Nella sola Africa ne circolano 100 milioni. Con le conseguenze ben note. Il 90 per cento delle vittime di guerra sono uccise da armi leggere. Temibilissimi sono i missili terra-aria che offrono tutte le caratteristiche bramate dai terroristi: sono poco ingombranti (1 m), leggeri (20 kg), facili da dissimulare e possono colpire un aeromobile a 4mila metri di distanza. Dato non trascurabile: sono poco onerosi». Così su Avvenire del 13 ottobre, in un articolo a firma Francesco Palmas.