Libia: Haftar nel mirino del Terrore
Tempo di lettura: 2 minutiDue autobombe dilaniano Bengasi: 22 le vittime colpite mentre uscivano da moschee. Nell’attentato sarebbero rimasti feriti il capo dell’intelligence departement, Internal security e State security, Almahdi al Falah, il colonnello Belkasim al Obaidi, membro del direttorio della sicurezza di Bengasi, mentre sarebbe morto Ahmed Alfaytori capo del Dipartimento delle unità investigative.
Si tratta di persone vicine al generale Khalifa Haftar, che controlla Bengasi e da tempo cerca di prendere il controllo della Libia andando in urto con il governo di Tripoli, quello riconosciuto a livello internazionale. E contro le milizie jihadiste e terroriste dilagate sul martoriato territorio libico dopo l’intervento Occidentale che ha posto fine al governo del Colonnello Gheddafi.
Quel che impressiona in questo attentato sono appunto gli obiettivi raggiunti: non una strage semplicemente a scopo terroristico, ma un attacco mirato, che ha colpito alcuni dei capi dell’intelligence di Haftar.
Un’operazione più che sofisticata, dunque, dal momento che chi ha pianificato l’attentato è riuscito a eludere controlli di massima sicurezza. Da oggi Haftar dovrà alzare le misure di sicurezza. C’è il rischio di un attentato alla sua persona, cosa che getterebbe la Libia nel caos più profondo.
D’altronde è proprio questo l’obiettivo di chi ha pianificato e realizzato un attentato tanto raffinato.
A fine dicembre, sempre nella Cirenaica sotto il controllo di Haftar, era stato colpito un oleodotto: un altro attentato anomalo, le Agenzie del Terrore hanno certo riguardo per il petrolio (l’Isis l’ha venduto di contrabbando per anni). Un altro segnale di alto livello per Haftar.
Inutile aggiungere che se la Libia sprofonderà ancora più nel caos, il rischio di attentati in l’Italia crescerà. La Libia è troppo vicina al nostro Paese.