Il Discorso sullo stato dell'Unione
Tempo di lettura: 2 minutiIeri Donald Trump ha tenuto il Discorso sullo Stato dell’Unione, appuntamento importante della politica americana, nonostante i neocon avessero prefigurato la sua caduta (o peggio) entro l’anno.
Un discorso nel quale ha magnificato i positivi risultati economici della sua presidenza. Cosa vera. L’isolazionismo di Trump non ha portato al collasso l’America, come annunciato dai potenti sostenitori della globalizzazione.
Trump ha vinto la scommessa. Una sconfitta della religione della globalizzazione, oggi non più destino manifesto e irreversibile del mondo.
Volto moderato, toni non aggressivi: egli vuole apparire come un nuovo Reagan, il presidente repubblicano (recente) più amato dai cittadini americani.
Trump ha mostrato e dimostrato che la sua presidenza non è vacillante, come da propaganda dei suoi avversari interni e internazionali. Anzi l’opzione impeachement, data per scontata da tempo, si fa sempre più evanescente (anche se ancora non vanificata).
Simbolico in tal senso che il giorno prima del Discorso si sia dimesso, o sia stato dimesso, il numero due dell’Fbi, Andrew McCabe, pedina chiave della rete che vorrebbe costringere Trump in un angolo.
Il presidente ha aperto ai democratici, il cui aiuto gli serve per far fronte alla pressione dei neocon.
La mano tesa sarà rifiutata, ma mentre per i liberal il diniego è opzione inevitabile (forti i legami con i neocon), per altri è un problema di immagine. Potrebbe cioè darsi un sostegno nel segreto (vedi aperture pregresse di Sanders).
Infine, Trump ha parlato di Cina e Russia come avversari di Washington, ma con un fugace cenno.
Indicativo che in un discorso di così alta rilevanza politica la questione sia stata liquidata tanto in fretta.
Segno che Trump persegue ancora l’apertura verso Mosca, come promesso in campagna elettorale. E ciò nonostante le pressioni in senso contrario, che hanno dato vita a ri-orientamenti e cedimenti del caso.
Ps. Sul tema ho scritto in maniera più ampia per Occhi della guerra (cliccare qui)