Ghouta Est: la fuga bambina sotto il fuoco jihadista
Tempo di lettura: 3 minutiGhouta Est: i miliziani sparano su due bambini per non farli scappare mentre i genitori – secondo quanto riferiscono fonti religiose di Damasco – sono stati uccisi nel corso della fuga. Sembra che i ragazzi siano riusciti a scamparla strisciando (non abbiamo certezze sul punto, ma la fonte è di certa autorevolezza).
Il video diffuso da un sito russo è la denuncia più terribile e definitiva della tragedia che si sta consumando nel quartiere di Damasco che Assad sta tentando di strappare ai miliziani jihadisti. Fonte di parte, certo, ma immagini inequivocabili.
In altra nota avevamo già accennato a come i miliziani asserragliati a Ghouta Est stavano sabotando l’iniziativa russa di aprire vie di fuga dal quartiere assediato. Un’iniziativa sostenuta con una tregua umanitaria di cinque ore, dalle 9 alle 14, che avrebbe dovuto consentire l’esodo.
Il fallimento della tregua umanitaria
Un’iniziativa fallita, ché nessuno è uscito, a parte dei civili pakistani. Probabile che Islamabad abbia convinto gli assediati a lasciarli andare usando dei canali di comunicazione con i sauditi, legati a doppio filo agli jihadisti.
Un fallimento dovuto al mancato rispetto della tregua da parte di entrambi i contendenti, i quali hanno continuato a darsi battaglia, secondo i media d’Occidente.
Invano russi e siriani hanno ribattuto che l’esodo è impedito dai jihadisti che bombardano i corridoi umanitari (vedi Piccolenote)
Damasco ha inviato anche dei bus per favorire l’evacuazione. Particolare confermato da una fonte irriducibilmente avversa ad Assad e nota propalatrice di Fake News contro lo stesso: l’Osservatorio siriano per i diritti umani (vedi articolo Osservatorio).
Perché mandare i bus se poi non si vuol dar seguito a quanto promesso? Certo, si potrebbe pensare a una mossa diabolica, ma anche no, stante che russi e siriani hanno tutto l’interesse all’evacuazione dei civili (Piccolenote).
Peraltro il mancato rispetto della tregua da parte di russi e siriani è smentito anche da una fonte del tutto inattesa. Infatti, proprio sul sito dell’Osservatorio, in mezzo a tante notizie contrastanti in proposito (le Fake necessitano e abitano la confusione), si legge tutt’altro.
«Durante la tregua, il cessate il fuoco è quasi applicato», ha dovuto ammettere Rami Abdel Rahman, capo e tuttofare, in servizio permanente effettivo, dell’organismo britannico.
E ancora: «Nessuna perdita è stata segnalata quando la finestra di mercoledì si è chiusa alle 14:00», si legge nella nota.
Allora perché i civili non scappano? Così l’Osservatorio: «Non uno dei 400.000 residenti del quartiere attaccato è partito per salire sugli autobus forniti dal regime entro la fine di mercoledì». Insomma, i civili snobberebbero le profferte del “nemico”.
Una malcelata soddisfazione che riecheggia in un altro comunicato, stavolta dei famigerati Caschi bianchi, organizzazione che al pari dell’Osservatorio è consegnata al regime-change siriano: «Il popolo della Ghouta orientale si fa beffe della notizia dei corridoi di evacuazione» (vedi altro articolo dell’Osservatorio, mentre sui caschi bianchi si rimanda a Occhi della Guerra).
Fuga da Ghouta Est
Insomma, la popolazione di Ghouta si stringe attorno ai suoi tagliagole di fiducia, quelli che tempo fa li avevano rinchiusi in gabbie disperse per tutta l’area a fungere da scudi umani (Piccolenote). Una narrazione ridicola, se non fosse tragedia.
A rivelare la tragica verità arriva questo video. Il re è nudo, addita il bambino della favola di Andersen; favola che si addice alla fuga dei due fanciulli sotto il tiro incrociato dei cecchini jihadisti.
Un’evasione che smaschera l’orribile verità nascosta sotto il velo di tante, troppe, narrative ingannevoli. E, insieme, apre alla speranza. «Il mondo si rialza col sorriso di un bambino», riecheggia la canzone vincitrice di Sanremo “Non mi avete fatto niente”.
Parole che rimandano a questa fuga bambina, riuscita nonostante l’infernale fuoco di sbarramento. Una piccola speranza sfuggita all’orrore. Non gli avete fatto niente.
Ps. La chiusura l’avevamo scritta prima di sapere dell’uccisione dei genitori dei fanciulli, cosa che tinge di acuto dolore quella fuga bambina. Ma la teniamo, ché almeno questa volta, e nonostante tutto, la vita è stata più forte della morte.