20 Marzo 2018

Elezioni russe: il mondo si congratula con Putin

Elezioni russe: il mondo si congratula con Putin
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Le elezioni russe incoronano Putin e tutto il mondo si congratula con lui. E questo nonostante in un primo tempo si era registrata certa freddezza.

Infatti, subito dopo le elezioni, in Occidente c’è stata un’ondata di informazioni tesa a ridimensionarne la portata. La scarsa affluenza avrebbe determinato una vittoria a metà dello zar.

Così almeno avevano provato a raccontarla. Non gli è andata bene. E la narrativa è presto decaduta di fronte alla realtà.

Come constata Fabrizio Dragosei sul Corriere della Sera di oggi, che, pur accennando a probabili manipolazioni elettorali, registra che «la sostanza rimane: la Russia si è schierata. L’opposizione democratica è in frantumi e anche il blogger Navalny [beniamino dell’Occidente, ndr.], che aveva proclamato il boicottaggio del voto, ha fatto un buco nell’acqua».

Già, perché fino all’ultimo  gli antagonisti di Putin avevano sperato che, nonostante i favori dei pronostici, le elezioni russe andassero diversamente. Poi hanno provato a ridimensionarle, appunto. Poi hanno ceduto.

Perché quel che gli antagonisti di Putin non potevano aspettarsi è che il mondo si congratulasse con lo zar: ha iniziato il presidente francese Emmanuel Macron. E a ruota lo hanno seguito Germania e Italia e altri.

Non poteva mancare la Cina di Xi Jinping, che ha ribadito l’asse Pechino-Mosca, che oggi che il mandarino è diventato imperatore a vita ha un significato diverso e una diversa solidità.

E poi, last but not least, è giunta la telefonata di Trump, che stasera ha chiamato Putin per congratularsi e dirgli che i problemi tra Usa e Russia si possono affrontare e «superare» insieme.

Una telefonata sorprendente, che dimostra che Trump non ha ceduto ai suoi antagonisti interni, nonostante le inchieste più che incalzanti sulle presunte interferenze russe nelle elezioni americane.

Anzi, il presidente americano ha rilanciato. Tanto che è parso tornare alla sua idea originale, quella che gli ha consegnato i voti degli americani stufi delle guerre neocon: l’idea di stabilire se non un impossibile partenariato, almeno un rapporto meno conflittuale con Mosca.

Chi resta con il cerino in mano è la Gran Bretagna, che aveva chiesto all’Occidente di serrare le fila sull’avvelenamento di Skripal e della figlia Julia, della quale Londra incolpa Mosca (che nega e chiede a Londra di fornirle un campione del gas nervino usato contro l’ex spia russa, per analizzarlo: richiesta respinta).

Proprio nel giorno in cui 23 diplomatici russi di stanza a Londra prendono la via di casa, espulsi per ritorsione, tutti corrono a congratularsi con lo zar.

Significativo che anche Israele si sia svincolato dall’abbraccio britannico, tanto che Londra ha manifestato irritazione per la tiepida presa di posizione di Tel Aviv sul caso Skripal (TimesoIisrael).

Non meraviglia dunque che anche il premier israeliano Netanyahu abbia voluto congratularsi subito con Putin.

Una giornata trionfale per lo zar russo, dunque. Registriamo il dato, nella speranza che, al di là dell’esito delle elezioni russe, le telefonate di questi giorni abbiano ristabilito quel filo del dialogo che negli ultimi tempi sembrava doversi rompere in maniera perigliosa per gli equilibri del mondo.

Infine, per concludere, resta da registrare l’arresto, avvenuto oggi, di Nicolas Sarkozy per i finanziamenti illeciti ricevuti da Gheddafi.

Avvenimento di alta rilevanza l’arresto di un ex presidente della Repubblica francese. Che non c’entra nulla con la vittoria di Putin. O forse sì.

Sarkozy è stato una pedina molto rilevante del grande gioco neocon: ha dato avvio alla guerra libica e vi ha posto fine, quando i caccia francesi colpirono il convoglio sul quale viaggiava Gheddafi.

Molti analisti hanno asserito che il leader libico sia stato ucciso per evitare che parlasse dei finanziamenti a Sarkozy.

Non sappiamo se sia vero, ma certo l’arresto dell’ex presidente francese suona come vendetta postuma del beduino libico e, insieme, come un colpo più che simbolico al circolo dei neocon, che in questi anni hanno spinto l’Occidente in rotta di collisione con la Russia.

Da qui il segreto legame della cronaca giudiziaria francese con le lontane elezioni russe.

 

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