Verità per Litvinenko!
Tempo di lettura: 3 minutiNon è stato Putin a uccidere Aleksandr Litvinenko, sarebbe stata la Cia. L’affermazione non viene da un sito complottista, ma da Valter Litvinenko, padre dell’ex spia russa uccisa a Londra nel 2006 con un elemento radioattivo (il polonio).
Londra ha attribuito l’omicidio a Mosca, anche a seguito di un’inchiesta parlamentare basata in gran parte sulle affermazioni di una figura davvero poco credibile (l’italiano Mario Scaramella).
La versione di Valter Litvinenko
Ieri Valter Litvinenko è intervenuto al talk show “Pust govoryat” (lasciamo parlare la gente), sul principale canale russo, e ha ribaltato tutto.
Non solo, ha anche abbracciato l’ex agente dei servizi segreti russi Andrey Lugovoy, l’assassino del figlio secondo Londra.
Secondo Valter, il figlio sarebbe stato tradito e avvelenato dal microbiologo Alexander Goldfarb, appartenente alla cerchia ristretta dell’oligarca russo Boris Berezovsky, espatriato a Londra (trovato morto nel 2013 mentre si accingeva a tornare in patria, pare, in accordo con Putin).
Goldfard, riferisce il padre dell’ex spia russa, sarebbe stato identificato come un agente della Cia dal leader ceceno Akhmed Zakaev.
Il microbiologo aveva carpito la fiducia di Aleksandr, aiutandolo a espatriare e a inserirsi nell’ambiente londinese. Ma poi l’avrebbe tradito e avvelenato. Fu lui a leggere la lettera del defunto al mondo, nel quale si accusava Putin (qui brani della bizzarra missiva).
Il padre di Litvinenko ha spiegato che al figlio in un primo momento era stato diagnosticato un avvelenamento da cibo, quindi l’esposizione al tallio e poi l’avvelenamento da polonio.
Secondo lui sarebbe stato avvelenato anche in ospedale, dove non c’erano controlli. E ha rivelato che gli fu negato ogni accesso agli atti del figlio defunto, autopsia compresa.
Il presentatore del talk show ha ricordato che il caso Litvinenko è coperto da Segreto di Stato, per cento anni. Decisione presa dall’attuale premier britannico Theresa May, che pure si diceva interessata a ostentare la verità al mondo.
La versione di Maxim
Certo, il padre potrebbe avere le allucinazioni, ma anche il fratello del defunto, Maxim, ha parlato dell’inchiesta britannica come di una messinscena creata ad arte dall’Occidente contro la Russia (vedi intervista sulla Repubblica – giornale non certo vicino a Putin – ripresa da Piccolenote). E siamo a due.
La vicenda rimanda alla stretta attualità, ovvero il caso Skripal, l’ex spia russa avvelenata col gas nervino in Gran Bretagna, operazione che Londra attribuisce a Mosca.
Il conduttore di Pust govoryat ha affermato che se il padre di Litvinenko avesse parlato prima, Skripal non sarebbe stato avvelenato. La controprova è impossibile.
Ma al di là dell’attualità, riecheggiando il più noto “Verità per Regeni”, si potrebbe dire “Verità per Litvinenko”. Per inciso, anche sul caso Regeni Londra ha avuto alcune defaillances, stante la scarsa collaborazione dell’Università di Cambridge all’inchiesta italiana.
Goldfarb, Soros e Berezovski
Interessante l’avventurosa vita del microbiologo Goldfarb. Espulso dall’Unione sovietica e divenuto cittadino americano, inizia un’intensa attività in favore della dissidenza russa.
«Secondo Robert Slater, biografo di Soros», si legge su una nota di Wikipedia, «Goldfarb è nel primo gruppo di esuli russi a New York che Soros invita a confrontarsi con la sua potenziale fondazione in Russia».
Per alcuni anni, infatti, diventa «direttore delle operazioni dell’International Science Foundation di Soros», con il quale continuerà a lavorare anche dopo la fine dell’incarico.
Dalla corte di Soros, nel 2001, il microbiologo prestato all’attivismo politico approda a quella dell’oligarca russo Boris Berezovski, il quale lo nomina «direttore esecutivo dell’International Foundation for Civil Liberties di New York», organismo «fondato e finanziato» ovviamente dall’oligarca russo. Poi si arriverà al caso Litvinenko, ma questa è storia recente, anzi, dopo le dichiarazioni del padre dell’ex spia russa, di stretta attualità.