Offe, la tecnocrazia europea e il rischio di un nuovo fascismo
Tempo di lettura: 2 minuti«In un certo senso la crisi distrugge gli elementi chiave della democrazia, perché rende necessarie azioni che non hanno il sostegno dell’opinione pubblica. I partiti hanno fallito nell’educare l’opinione pubblica su questo punto, e ora sono di fronte a un bivio: o fare la cosa giusta o fare la cosa che ha il sostegno popolare. Ma così, da un punto di vista politico, si arriva a un punto morto». Così il sociologo tedesco Claus Offe sul Corriere della Sera del 22 ottobre.
Nell’intervista Offe si dice fiducioso sulla sopravvivenza dell’euro e dell’Europa: «Ma sopravviverà in modo tecnocratico – avverte – cosicché le forze di estrema destra e i sentimenti antieuropei si rafforzeranno ovunque. Dieci anni fa ho scritto che l’Europa erode più sostegno di quanto non riesca a generarne, lo usura lentamente senza fornire nuova linfa alle motivazioni profonde che dovrebbero sostenere l’idea stessa di Unione. Questo circolo vizioso è sempre più rapido e nessuno sa come fermarlo. Lo scenario da incubo che mi prefiguro è che vedremo risorgere una forma di autoritarismo simile a quella degli anni Trenta».
E conclude: «Per i democratici europei, l’Europa è sempre stata una forza civilizzatrice che prende, mantiene ed esercita il controllo sulle tendenze patologiche che la storia ci ha fatto conoscere. È vero: abbiamo bisogno dell’Europa per controllare le passioni e le patologie dei diversi Stati membri, in particolare la Germania. Quindi abbiamo bisogno di un’autorità europea, un governo europeo, una quasi-federazione europea che sia in grado di esercitare questa funzione di controllo. Per queste ragioni politiche, in Europa c’è una forte discussione storica in favore di questa “autorità super partes”. Ora l’abbiamo ottenuta, ma come operazione di emergenza: si tratta della Bce, l’istituzione meno democratica di tutte le istituzioni depoliticizzate o politicamente inaccessibili dell’intero assetto istituzionale dell’Unione Europea. La Bce, con il suo consiglio direttivo formato da 23 membri, tra cui i governatori di 17 banche centrali dell’area euro, avrà la maggiore autorità per fare e realizzare l’Europa; mentre l’immagine che si forma agli occhi dell’Europa sinceramente democratica è invece quella di un’Unione profondamente antidemocratica e tecnocratica».