Levy: la Russia, gli S-300 e i limiti di Israele
Tempo di lettura: 2 minutiSorprendente. Anzi, più che sorprendente l’articolo di Gideon Levy su Haarezt, che in prima pagina viene richiamato con questo titolo “Grazie Madre Russia per aver imposto dei limiti a Israele”.
Uno scritto che commenta l’insediamento del sistema difensivo S-300 in Siria da parte dei russi. Sistema che è arrivato ieri e che sta creando molto nervosismo nel governo di Tel Aviv perché contrasta, forse in via definitiva, i raid israeliani in Siria.
Questo l’inizio dell’articolo di Levy: “Un raggio di speranza sta giungendo: qualcuno sta ponendo dei limiti su Israele. Per la prima volta da anni un altro Stato sta rendendo chiaro a Israele che ci sono delle restrizioni al suo potere, che non va bene che faccia tutto ciò che vuole, che non è solo un gioco, che l’America non può sempre coprirla perché c’è un limite al danno che si può fare.”
“Israele aveva bisogno di qualcuno che fissasse questi limiti come necessita di ossigeno. L’arroganza e la realtà geopolitica degli ultimi anni le hanno permesso di imperversare. Ha potuto pattugliare i cieli del Libano come se fossero suoi; bombardare dallo spazio aereo della Siria come se fosse lo spazio aereo di Gaza; distruggere periodicamente Gaza, imporle un assedio senza fine e continuare, naturalmente, ad occupare la Cisgiordania” .
“All’improvviso qualcuno si è alzato e ha detto: ‘fermati’. Almeno per quanto riguarda la Siria: questa è la fine [della libertà sfrenata, ndr.]. Grazie, Madre Russia, per aver posto dei limiti a un bambino che nessuno era riuscito a trattenere a lungo”.
“[..] Ogni Stato ha il diritto di disporre di armi di difesa contro i bombardieri – aggiunge Levy -, inclusa la Siria, e nessuno Stato è autorizzato a impedirlo con la forza. Questa verità essenziale suona bizzarra alle orecchie israeliane”.
Ciò perché esse reputano “che la sovranità degli altri Paesi sia priva di significato, che possa in qualsiasi momento essere devastata dalla forza e che solo la sovranità israeliana sia sacra e suprema”.
“[…] Tutto ciò si è improvvisamente imbattuto nel “nyet” russo. Come avevamo bisogno di questo nyet, per riportare Israele alla sua dimensione reale”…
Un nyet, sintetizziamo il pensiero di Levy, che arriva proprio quando alla Casa Bianca siede un presidente pronto ad avallare in tutto il governo di Tel Aviv.
Così, prosegue Levy, le iniziative della Russia potrebbero rivelarsi un’opzione migliore per Israele di “tutto il sostegno folle e corruttore che riceve dall’attuale amministrazione americana, come anche di quello che ha ricevuto dai suoi predecessori”.
Davvero sorprendente, sì.