Bolton: Ossessione l'Iran
Tempo di lettura: 3 minutiJohn Bolton ha illustrato il nuovo programma anti-terrorismo degli Stati Uniti, che va a sostituire il vecchio, varato da Obama nel lontano 2011.
Bolton, l’anti Terrorista
Centrato sulla minaccia di al Qaeda, quello, il nuovo invece sull’Iran, addirittura additato come centrale del terrorismo internazionale. In particolare per il suo asserito ruolo destabilizzante in Siria e in Medio oriente.
Il fatto che sia stato l’Iran, insieme a russi e siriani, a contrastare l’Isis viene ignorato da una narrazione strumentale che mira a infierire su Teheran, già sottoposta a sanzioni pesantissime, che si inaspriranno a novembre.
Il problema è che Bolton “è ossessionato dall’Iran”, come riferito da un alto funzionario francese alla Reuters, sotto anonimato (non si sa mai).
D’altronde, come accenna ancora la Reuters, il Consigliere per la sicurezza nazionale Usa ha appeso alla parete del suo studio la rescissione del trattato nucleare siglato da Barack Obama con Teheran.
La considera il suo capolavoro politico. L’ha imposta a Trump, come da pubblico vanto, vincendo le resistenze interne, anzitutto quella del ministro della Difesa Mattis.
D’altronde non è tipo da ascoltare opinioni contrarie alle sue, come ha confidato alla Reuters un altro funzionario anonimo (non si sa mai), stavolta degli Stati Uniti. “Specialmente riguardo l’Iran”, ha specificato.
“Il risultato – ha aggiunto il funzionario – è che le persone che hanno anni o addirittura decenni di esperienza, anche sul campo, vengono ignorate o intimidite“.
Parola, quest’ultima, alla quale va dato il giusto peso e che spiega, tra l’altro, le richieste di anonimato.
Lo scontro con l’Iran ha quindi un risvolto interno, che vede il dilagare di un clima di intimidazione per tacitare voci scomode.
Dissensi e intimidazioni
Dissensi che non mancano. E non solo nell’ambito del partito democratico, che, a parte la corrente clintoniana, ha condiviso le aperture di Obama a Teheran.
Infatti, intervistato dal sito DefenseOne, contro l’agenda mediorientale di Bolton si è schierato un repubblicano di peso, l’ex ministro della Difesa di Obama Chuck Hagel, il quale ha affermato che l’idea di cacciare gli iraniani dalla Siria con la forza “è una completa follia”.
“Gli iraniani vivono là – ha spiegato -, mentre gli Stati Uniti non vivono in Medio Oriente. A meno che non si voglia in qualche modo dimenticare questa realtà geopolitica”…
“Non si raggiunge la stabilità della Siria – ha aggiunto Hagel – senza i russi, gli iraniani e gli altri attori del Paese e della regione”.
E ha evidenziato una contraddizione: mentre si alzano i toni contro Teheran e Damasco, Washington ha ritirato i Patriot dislocati presso i Paesi del Golfo alleati degli Usa.
Mossa in controtendenza, quest’ultima, che alcuni analisti legano al contemporaneo annuncio russo sul dispiegamento degli S-300 in Siria (Piccolenote), dato che Il ritiro dei Patriot è avvenuto subito dopo.
Sarebbe, insomma, un segnale distensivo del Pentagono, volto a far intendere che non tutti negli Stati Uniti vogliono lo scontro con Mosca e i suoi alleati.
Una linea evidenziata peraltro alcuni giorni fa dal generale Joseph Votel, a Capo delle forze armate di stanza in Medio oriente, il quale ha affermato che gli Stati Uniti non vogliono una guerra con l’Iran (Press Tv).
Controversia feroce che alimenta nervosismo e caos. Nel quale si inseriscono variabili impazzite, come accaduto agli inizi di ottobre, quando buste contenenti ricina, pericolosa tossina, sono pervenute alla Casa Bianca e al Pentagono.
Episodio che ha ricordato i giorni del Terrore post 11 settembre, quando sulle scrivanie dei potenti Usa piovevano buste all’antrace.
Si scoprì, dopo mesi di accuse al fondamentalismo islamico, che l’untore era americano; come americano sarebbe l’untore odierno, rintracciato dall’Fbi.