Kim invita Francesco in Corea del Nord
Tempo di lettura: 3 minutiKim Jong-un invita Francesco in Corea del Nord. Un annuncio a sorpresa che viene direttamente dal portavoce della presidenza della Corea del Sud. A recapitare l’invito ufficiale sarà il presidente della Corea del Sud, Moon Jae-in, che il 17 ottobre incontrerà il Papa.
Un invito sorprendente
Pare che Kim abbia trasmesso la sua intenzione già il mese scorso ai suoi interlocutori del Sud. Il fatto che l’invito sia stato reso pubblico oggi, dopo un mese appunto, fa sì che la notizia sia più realistica, non un ballon d’essai.
La Corea del Nord non ha rapporti ufficiali col Vaticano, da qui l’importanza di un’apertura senza precedenti. Frutto anche dell’accordo tra Santa Sede e Pechino, che ha aperto nuove prospettive alla Chiesa in Cina, nonostante le tante difficoltà e controversie, anche dolorose, del caso.
L’apertura di Kim è stata sicuramente favorita anche dalla distensione dei rapporti con gli Stati Uniti, che Trump persegue con una perseveranza rimarchevole, stante il grande contrasto che le sue aperture suscitano in patria.
E alla determinazione di Moon Jae-in, che ha favorito in tutti i modi il dialogo con l’America, come dimostrato anche a metà settembre, quando si è incontrato con Kim nonostante sembrasse che negli Usa avessero prevalso in via definitiva i falchi.
Invece a fine settembre Trump ha rilanciato con la frase di sicuro effetto (l’uomo è un gran venditore), quando ha detto che lui e il presidente della Corea del Nord si erano “innamorati“.
Da qui il viaggio di Pompeo in Corea del Nord di due giorni fa: un summit che, a differenza dei precedenti, lo ha visto conciliante verso le esigenze del suo interlocutore.
Un incontro tanto positivo che sembra aver reso solide le possibilità di un prossimo incontro tra Kim e Trump, che ovviamente il presidente Usa spera di potersi rivendere alle elezioni di Midterm.
Più che probabile che proprio la positività dell’incontro di Pompeo e il rinsaldarsi di prospettive di pace con gli Usa abbiano reso più facile al presidente sudcoreano dare l’annuncio dell’invito di Kim a Francesco.
Corea del Nord: convergenze Trump-Francesco
Due prospettive che si incrociano in maniera alquanto sorprendente, quella vaticana e quella americana, stante che la narrazione comune mette Francesco in netto contrasto con Trump.
Vero, ma la realtà ha il vizio di essere complessa, come evidenzia il caso coreano. E se sull’approccio alla migrazione i due hanno prospettive contrastanti, non è detto che non si possano trovare convergenze su altro.
La distensione internazionale è anch’essa cifra del Pontificato argentino, che sul punto si muove, al di là delle diverse sensibilità e delle diverse interpretazioni della realtà, nel solco dei Pontificati precedenti.
Francesco fin dall’inizio del suo Pontificato ha denunciato con forza l’imperversare una nuova guerra mondiale “fatta a pezzi”. Trump ha vinto le elezioni anche perché ha prospettato una nuova stagione di distensione internazionale, ponendo fine alle guerre neocon e al confronto con la Russia.
Non è riuscito granché in altre latitudini, stante il contrasto neocon, ma sulla Corea è riuscito a imporre la sua linea contro tutto e tutti (bastava leggere i tanti articoli del New York Times e del Washington Post contrari alle sue aperture per avere un’idea della forza dell’opposizione armata).
Gli sviluppi sono tutti da seguire. Ma le prospettive sono alte e di sicuro interesse.
Mentre la possibilità di un vertice Trump-Kim sembra più concreta, stante che i neocon ora sono più concentrati a tenerlo fermo nella linea di contrasto all’Iran (dalla quale tenta inutilmente di svicolare), la possibilità di una visita del Papa in Corea del Nord sono ancora tutte da vedere.
Francesco ha già in agenda un viaggio in Giappone per l’anno prossimo. Si è prospettato in questi giorni uno scalo tecnico in Cina, che per alcuni sarebbe un coronamento della distensione Cina-Santa Sede. Ora si apre una nuova interessante prospettiva di scalo, non tecnico, in Corea del Nord (o al confine tra le due Coree?).
Il fatto che tra Corea del Nord e Cina intercorrano rapporti più che intimi rende le due prospettive di fatto convergenti.