12 Dicembre 2018

11 dicembre, Strasburgo: attentato in giallo

11 dicembre, Strasburgo: attentato in giallo
Tempo di lettura: 3 minuti

Anche questo dicembre l’Agenzia del Terrore festeggia il fatidico 11, mettendo a segno un attentato a Strasburgo. Al mercatino di Natale, come avvenuto lo scorso dicembre a Berlino, dato che l’esoterismo satanico che nutre il Terrore ha nel Natale cristiano un target.

Come un target è ovviamente anche il Parlamento europeo che a Strasburgo ha sede.

La strage di Strasburgo e i gilets gialli

Invece le autorità francesi rigettano “con disgusto” tesi complottiste volte a collegare l’attentato alla mobilitazione dei gilets gialli, che proprio ieri avevano segnato il loro primo grande successo, costringendo Macron a piegarsi.

Ieri la Francia si interrogava sulle prossime mosse del movimento in giallo, per nulla convinto dalle concessioni. La variabile del Terrore, sempre pronta a intervenire nelle criticità, ha creato nuove priorità. Nessun complottismo, mera registrazione dei fatti.

Per quanto riguarda l’attentato, si potrebbe tranquillamente riportare quanto scritto in altri casi di genere, tanto si reiterano certi elementi di scena.

L’attentatore è stato individuato subito. Stavolta non perché ha dimenticato un documento sul luogo del crimine, ma perché la mattina doveva essere arrestato per altro crimine minore. E la polizia, irrompendo nella sua abitazione, non aveva trovato lui, ma degli ordigni esplosivi.

Resta il giallo del perché non abbia usato quegli ordigni ai mercatini, optando per una meno efficace pistola. Certo, la zona dove ha fatto strage era controllata, ma come ha beffato la sicurezza con la pistola e un pugnale, poteva farlo anche con una bomba.

Giallo che ovviamente sarà chiarito. Così riportiamo Stefano Montefiori sul Corriere della Sera: “Il sindaco di Strasburgo, Rolando Ries, ha detto che il terrorista è inspiegabilmente riuscito a entrare armato nel cuore della zona del mercato”.

La zona, spiega il sindaco, e riporta Montefiori, è “una bolla di sicurezza con misure draconiane”, sigillata dopo gli attacchi di Parigi del 13 novembre.

Lo stragista attenzionato distrattamente

Va aggiunto che lo stragista è stato più volte arrestato e detenuto per reati minori. Ed era, come altri attentatori pregressi, attenzionato dalla sicurezza perché radicalizzato. La sua scheda riportava la sigla “S”, era cioè una “minaccia alla sicurezza nazionale”.

La reiterazione di attentatori attenzionati distrattamente sconcerta. Pare che il problema sia che gli individui classificati come radicali pericolosi sono troppi, qualche migliaio. Ma non si capisce allora perché non rispedirli da dove sono venuti.

Di solito le potenziali minacce si allontanano da sé: non si tengono in casa ordigni esplosivi, specie se non si può controllare se sono innescati o meno. Non siamo patiti per i rimpatri, anzi, ma questo è un altro discorso, che appartiene alla sicurezza e non all’accoglienza.

Ma al di là, resta poi l’altro giallo legato alla caccia all’attentatore, il quale, secondo le cronache odierne, per almeno due volte è sfuggito alla caccia all’uomo dopo il crimine, nonostante l’area fosse pesantemente presidiata da polizia e servizi segreti. E ciò nonostante sia stato ferito.

Un vero fenomeno questo ladruncolo. Oppure, forse anche in questo caso magari le forze dell’ordine non sono state all’altezza.

Detto questo, come da copione, l’attentatore ha gridato “Allah Akbar“, almeno questo riferisce il Procuratore di Strasburgo, particolare assente dalle testimonianze dirette raccolte dai giornali.

Resta lo sconcerto per quanto si è consumato e le domande su quanto ciò influirà sul futuro della Francia. Se cioè il Terrore avrà l’effetto di un ritorno all’ordine repubblicano, auspicio espresso da tanti supporter di Macron nella giornata di ieri, o meno.

 

Una Postilla. In Siria, a Idlib sono incistate le milizie di al Nusra, ex al Qaeda. Damasco da tempo morde il freno per attaccare, ma l’Occidente si oppone con veemenza. Tra i fan dei miliziani di Idlib spicca la Francia. 

Per agevolare questa ardita presa di posizione, i valorosi guerrieri di al Qaeda vengono definiti ribelli e non terroristi, come invece li chiama Damasco. 

Per coerenza, si dovrebbe dire che la strage di Strasburgo è opera di un ribelle. Oppure si dovrebbe spiegare ai familiari delle vittime il perché di tale evidente discrasia.