Chengdu: Cina e India mano nella mano
Tempo di lettura: 2 minutiEsercitazione congiunta anti-terrorismo tra Cina e India a Chengdu. Per quattordici giorni militari delle due nazioni si addestreranno insieme in funzione anti-terrorismo.
Un’Iniziativa di per sé minima, dato che vi prendono parte pochi militari, ma, come accenna il Gbtimes, si tratta di “un barometro delle relazioni tra Cina e India”.
Infatti, questa è la settima volta che i due eserciti si addestrano insieme.
Ma lo scorso anno l’appuntamento saltò a causa dell’ennesima crisi frontaliera tra i due giganti asiatici. Epicentro della criticità lo Stato del Sikkim, nel quale i due eserciti hanno sfiorato lo scontro diretto.
Così, le esercitazioni di Chengdu sembrano un riflesso del processo di distensione che sta interessando i due Stati negli ultimi tempi, dopo anni di diffidenza reciproca.
E che è testimoniato dai reiterati incontri tra i rispettivi leader, quattro i vertici tra Nerendra Modi e Xi Jinping nell’ultimo anno, l’ultimo a margine del vertice del G20 a Buenos Aires.
Non che tra i due giganti asiatici sia scoppiata un’attrazione fatale. Restano, infatti, tante le controversie aperte, ma qualcosa è cambiato.
Lo sviluppo economico cinese sta creando nuove occasioni: Pechino vede nell’India un naturale spazio di sviluppo per la Via della Seta.
Mentre l’India inizia a vedere la proiezione cinese in Asia non più solo come una minaccia, ma come opportunità.
Certo, l’Occidente spinge in altra direzione, stante che gli Stati Uniti immaginano l’India come argine naturale all’influenza cinese nell’Asia del Sud.
Un contenimento a tutti i livelli, compreso quello militare, dato che Nuova Dehli è considerata cardine decisivo del cosiddetto asse indo-pacifico che ha in Tokio l’altro cardine.
Ma la presidenza di Modi sembra aver portato al gigante asiatico una nuova impostazione, che l’ha in parte allontanato da Washington, o quantomeno reso meno ancillare ai suoi disegni geopolitici.
Ne fa fede anche l’acquisto del sistema anti-missile S-400 dalla Russia, che ha suscitato accese ire americane. O l’accordo per acquistare il petrolio iraniano nonostante le sanzioni imposte dagli Usa sull’avversa Teheran.
Così anche l’esercitazione anti-terrorismo nella, per noi ignota, Chengdu può inviare un segnale al mondo. E il segnale è che l’India sembra aver compreso che può far altro oltre che contenere la Cina.
Può, cioè, perseguire una propria via al progresso, uscendo dai ristretti orizzonti nei quali la confinava la funzione anti-cinese nella quale finora è stata costretta. Immettendo una nuova variabile nel variegato quadro asiatico.
Da questo punto di vista anche il nome dell’esercitazione di Chengdu ha un rimando simbolico forte: Hand in Hand, ovvero mano nella mano.