L'Oxfam e la tragica disuguaglianza globale
Tempo di lettura: 3 minuti“Da marzo 2017 a marzo 2018 la ricchezza dei quasi duemila miliardari del pianeta è aumentata di oltre 900 miliari di dollari mentre per la metà più povera del globo, circa 4 miliardi di persone si è ridotta dell’11 per cento”. Dati dell’ultimo rapporto Oxfam sulla distribuzione della ricchezza globale.
Inoltre 26 multimiliardari posseggono la ricchezza della metà più povera del globo.
L’Oxfam e la predazione globale
Sono cifre che ritornano di anno in anno, con una forbice che si allarga sempre più. Dato che indica che la diseguaglianza si è fatta struttura, e struttura predatoria.
Il rapporto spiega come essa sia determinata anche dalle politiche fiscali, che gravano sui poveri e non sui ricchi, che possono eludere tranquillamente il fisco.
Non solo: le tasse si concentrano su reddito e consumo e non sul patrimonio, particolare che accresce lo squilibrio.
Tale tragica diseguaglianza non si è mai data nella storia. Neanche l’asserita notte del Medioevo ha conosciuto una tale concentrazione di ricchezza nelle mani di così pochi, dei quali il documento dell’Oxfam è solo un indizio, stante che tante sono le ricchezze nascoste, sempre dei pochi e non dei tanti, negli oscuri meandri della Finanza.
E se Ofxfam concentra il suo allarme sulle politiche fiscali, non fa che adombrare a una sola delle cause del decremento di ricchezza in alcune fasce di popolazione occidentale, dato che le politiche fiscali in Paesi con un’estrema povertà diffusa (come ad esempio in Africa e in Sud America) non incidono affatto.
Uno squilibrio strutturale. Meccanismo perverso e perfetto prodotto dalla globalizzazione, che incanala le ricchezze dal basso verso l’alto senza che sia prevista una qualche redistribuzione, seppur residuale.
Di vertici e di grandi
Tale difetto strutturale non è neanche messo a tema dai cosiddetti “grandi” nei loro grandi vertici.
Tematiche dei summit, infatti, sono altre: la migrazione, il clima, il terrorismo o altre problematiche, pure importanti, ma con molta meno incidenza sul destino di miliardi di esseri umani, che il meccanismo di cui sopra consegna alla fame, alle malattie, alla migrazione, ai traffici illeciti e rende massa di interlocuzione del Terrore globale.
Peraltro anche il guadagno dei traffici vari (di uomini, di droga, di armi, di organi etc.) passa necessariamente per istituti finanziari che lo rimettono in circolo e il meccanismo di cui sopra finisce per incanalarlo verso l’alto, contribuendo non poco allo squilibrio.
Così il documento Oxfam fotografa un mondo squilibrato, ovvero impazzito. Dove il tempo non è variabile neutra: la struttura, col passare degli anni, va a sclerotizzarsi e a rafforzarsi.
Correttivi sono ardui. Ma metterli a tema sarebbe un primo passo.
Forze populiste e di sistema
A margine, va rilevata una contraddizione. Ad oggi l’Occidente appare preda di una lotta tra forze cosiddette populiste e forze di sistema.
Se è vero che le forze che gli sceneggiatori del teatrino definiscono populiste non mancano di limiti, o magari ne sono piene, è pur vero che esse rappresentano un punto di domanda rispetto allo squilibrio globale.
Reclamando la necessità di un argine all’impauperimento della classe media in Occidente, atteso da Stati sovrani, pongono un oggettivo freno a un sistema che ha nella mancanza di freni un volano essenziale.
Le forze di sistema si auto-definiscono, e come tali sono definite dai media mainstream, fattore di argine e di ordine contro il disordine e l’eversione insita nei loro antagonisti.
In realtà, difendendo l’ordine attuale, difendono un meccanismo consegnato allo squilibrio globale, al quale al massimo richiedono qualche timida concessione, essendo dogma irrevocabile l’impossibilità di porre un qualche seppur residuale limite alla libertà di predazione propria della liberalizzazione selvaggia.
Così le forze di sistema, al contrario di quanto vogliono far apparire, sono consegnate a un ordine che in realtà è disordine e squilibrio globale.
Si ergono a difensori del diritto e dei diritti, mentre il sistema che difendono non conosce diritto alcuno, se non quello dei pochissimi a depredare la moltitudine.