Germania e Usa: la guerra del North Stream 2
Tempo di lettura: 3 minutiAssalto finale degli Stati Uniti al North Stream 2, il gasdotto sottomarino che dovrebbe portare il gas russo direttamente in Germania.
Pence e il North Stream 2
Alla Conferenza sulla sicurezza di Monaco il vice-presidente Usa Mike Pence ha affondato in maniera durissima: “Non possiamo garantire la difesa dell’Occidente se i nostri alleati dipendono dall’Oriente”. Ed ha apertamente elogiato i membri della Nato che si sono opposti al gasdotto.
Angela Merkel ha rintuzzato l’attacco, elogiando il multilateralismo, contro l’America First di Trump e chiedendo al potente alleato di riannodare il filo di un dialogo transatlantico che si sta deteriorando.
Non è la prima volta che gli Stati Uniti chiedono alla Germania di “non aprire quel gasdotto”, che vincolerebbe il Paese teutonico a Mosca in maniera per loro inaccettabile.
I neocon e l’asse Mosca – Berlino
L’asse Mosca – Berlino è da sempre avversato negli Stati Uniti. Riproponiamo a tale proposito un intervento del neocon Georges Friedman al Council on Global Affairs, uno dei più influenti think tank Usa:
“Il principale problema degli Usa – spiega Friedman – per il quale abbiamo combattuto le guerre (Prima e Seconda guerre mondiali e la guerra Fredda), consiste nella relazione fra Germania e Russia, perché se si uniscono sono l’unica potenza che può minacciarci. E il nostro principale interesse è essere sicuri che ciò non accada”.
“La tecnologia russa ed il capitale tedesco – aggiunge Friedman -, insieme alle risorse naturali russe e alla manodopera russa, rappresentano l’unica combinazione che da secoli spaventa gli Stati Uniti”.
Le preoccupazioni della Merkel
Certo non tutti negli Usa condividono l’estremismo di Friedman. E però la Cancelliera tedesca è preoccupata.
Ne scrive Bloomberg, che riporta quanto riferito da un funzionario francese, il quale ha detto “che il presidente Emmanuel Macron ha dovuto affrontare enormi pressioni statunitensi sul North Stream 2, ma ha respinto le accuse che queste abbiano influenzato la sua posizione”.
In realtà, a quanto pare, tali pressioni erano andate a segno. Sempre Bloomberg riporta che la Francia avrebbe provato a mettere i bastoni tra le ruote al progetto e che l’8 febbraio, nel famoso accodo franco-tedesco di Aquisgrana, abbia fatto marcia indietro.
Ma ciò non vuol dire che la cosa sia risolta. Secondo Blommberg, persone vicine alla Cancelliera riferiscono che la Merkel è molto preoccupata, paventando che gli Stati Uniti adottino “tattiche brutali” per far fallire il progetto.
La Russia e l’Europa
Più che da Trump, la Merkel si deve guardare dai neocon, i quali sono appunto brutali nella loro ossessione di isolare la Russia dai loro alleati (o clienti, per usare un termine adottato da Anna Arendt).
Proprio sulla Russia, la Merkel ha speso parole interessanti nel suo intervento alla Conferenza sulla sicurezza di Monaco, che Bloomberg sintetizza così: “Isolare la Russia in un momento di cambiamenti tettonici delle relazioni globali non è nell’interesse dell’Europa”.
Non è nell’interesse geopolitico dell”Europa, dunque, troncare “tutte le relazioni con la Russia”.
L’Imperialismo Usa e il Sacro romano impero
Insomma, la battaglia per il North Stream 2 è geopolitica. Ed è totale. Berlino ha cercato e trovato l’alleanza con Parigi.
Ma serve di più, se davvero vuol tener testa all’Impero, e alla brutalità dei neocon. Servirebbe un’Europa forte, quella brandita nel suo intervento.
Ma l’Europa tale non è a causa della sua “germanizzazione”, che vampirizza le risorse continentali a vantaggio di Berlino.
È il paradosso tedesco più volte accennato nelle nostre note: indebolendo i suoi alleati europei, la Germania si ritrova sola ad affrontare un avversario potente e prepotente.
Servirebbe una inversione di marcia della Ue. Ma la prima che sembra non volerlo è proprio la Germania, come denota la città scelta per l’accordo con Parigi: Aquisgrana, capitale e simbolo del Sacro Romano impero.
Contrapporre all’Imperialismo americano un imperialismo tedesco è prospettiva senza respiro e perdente. Solo un’Europa veramente unita, quella immaginata dai padri fondatori, può sostenere una prospettiva geopolitica di portata globale.