Gli Stati Uniti stanno potenziando il virus dell'aviaria
Tempo di lettura: 2 minutiIl Washington Post della settimana scorsa ha rivelato che gli Stati Uniti stanno segretamente potenziando il virus dell’aviaria. Un gruppo di ricercatori è allarmato sulle gravissime conseguenze di tale ricerca: “il virus letale potrebbe contagiare milioni di persone”.
Potenziare l’aviaria
Tutto inizia nel 2011 quando Yoshihiro Kawaoka e Ron Fouchier pubblicarono una loro ricerca. I due avevano modificato il letale virus dell’influenza aviaria “H5N1”, potenziandone la capacità di diffusione.
Ricerca ad alto rischio, condotta, secondo i due, per trovare vaccini efficaci in caso di uno sviluppo incontrollato del virus.
Nel 2014 l’amministrazione statunitense giudicò l’esperimento eccessivamente azzardato decretandone la chiusura.
Nel 2017, però, le sperimentazioni ripresero dopo un inaspettato lasciapassare dell’Health and Human Services (HHS), l’ente di salute pubblica statunitense.
L’ente, prima di dare il suo placet, comunicò di aver valutato rischi e benefici delle ricerche su “agenti patogeni potenziati ad alto rischio di contagio” e di ritenere che la bilancia pendesse dalla parte di questi ultimi.
Ciò suscitò le fondate preoccupazioni del Cambridge Working Group, un organismo al quale fanno riferimento autorevoli ricercatori Usa, che si è dichiarato più volte contrario al proseguimento di esperimenti tanto pericolosi.
Rischio contagio su larga scala
Due rappresentanti del gruppo, Marc Lipsitch e Tom Inglesby, peraltro direttori di due differenti centri di salute pubblica, in un articolo pubblicato sul Washington Post motivano tale critica.
Nel mirino anche la segretezza raccomandata dal HHS, che ha ritenuto di dover secretare la ricerca sui supervirus per “tutelare le scoperte dei ricercatori dalla concorrenza”.
“Questa mancanza di trasparenza è inaccettabile”, scrivono i due. “Prendere decisioni in merito all’approvazione di ricerche potenzialmente pericolose in segreto va contro la responsabilità del governo di informare e coinvolgere il pubblico quando approva degli sforzi, scientifici o meno, che potrebbero mettere a rischio la salute e la vita”.
“Questa logica burocratica implica che è più importante mantenere i segreti commerciali di alcuni eminenti scienziati piuttosto che lasciare che i cittadini – che corrono il rischio di un incidente e che finanziano il loro lavoro – esaminino le decisioni dei funzionari pubblici sulla effettiva validità del rischio che comportano tali studi”, scrivono i professori.
Le preoccupazioni di Lipsitch e Inglesby sembrano fondarsi su buone motivazioni, in quanto potenziare la facoltà di trasmissione del virus dell’aviaria per trovare una cura contro l’influenza ha del paradossale.
La possibilità di un contagio su larga scala, come affermano i due ricercatori, è un fattore di rischio decisamente concreto in caso di incidente di laboratorio, tanto che entrambi affermano di avere “seri dubbi” sulla necessità di tali sperimentazioni.
Ma, senza una deliberazione pubblica e trasparente da parte del governo Usa, nessuno potrà mai capire il perché di questa controversa prassi.
Una scelta tanto sconsiderata è stata giustificata solo con l’inflazionato leitmotiv “della difesa” della salute dei cittadini.
L’America, secondo Marc Lipsitch e Tom Inglesby, necessiterebbe di un profondo dibattito pubblico riguardo ai “reali benefici di tali esperimenti”.
Allo stesso modo, affermano i due ricercatori, bisognerebbe creare una regolamentazione internazionale su ricerche così rischiose, dato che “i virus non rispettano i confini”.
Matteo Guenci – Pietro Paolo Pantarotto