Monti: "Anche Scalfaro mi voleva premier e Bossi era favorevole"
Tempo di lettura: < 1 minuteEsce il nuovo libro di Bruno Vespa. Nel volume, alcune sorprese. Tra tutte, quelle che pubblica oggi la Stampa. In sintesi, Mario Monti ricostruisce quanto accaduto nel 1994, quando la Lega Nord fece cadere il governo Berlusconi. In quel frangente, diversi esponenti politici fecero all’allora presidente della Repubblica, Oscar Luigi Scalfaro, il nome di Monti come nuovo presidente del Consiglio. Tra questi anche Umberto Bossi, oggi avverso al governo dei tecnici. Monti fu chiamato al Quirinale, dove espose la sua disponibilità, a patto che si creasse un governo di larga maggioranza, che comprendesse anche il partito di Silvio Berlusconi, il quale lo aveva designato come commissario europeo. Consenso che non venne, dal momento che il Cavaliere preferì la strada delle elezioni anticipate. Così al posto di Monti andò Dini.
Di seguito, sotto l’incalzare della crisi finanziaria, nell’estate del 2010 diversi esponenti politici del centrosinistra, ma anche di destra, contattarono nuovamente Monti per sondare una sua eventuale disponibilità a guidare un governo di emergenza per traghettare il Paese fuori dalla crisi. Nel luglio 2011, rivela Monti, «venne a trovarmi alla Bocconi Romano Prodi. Erano momenti drammatici, aprimmo il computer e vedemmo che lo spread tra i nostri titoli a dieci anni e quelli tedeschi era sopra i 250 punti. “Preparati, mi disse, “se tocca i 300 punti ti chiamano”. In realtà la fatidica telefonata del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano arrivò il 9 novembre. Quel giorno lo spread aveva toccato i 574 punti».