17 Giugno 2019

Asia: distensione trilaterale al Sco di Bishek

di Andrea Filosa
Asia: distensione trilaterale al Sco di Bishek
Tempo di lettura: 3 minuti

Nerendra Modi, appena rieletto presidente dell’India, ha partecipato al summit dell’Organizzazione per la cooperazione di Shanghai (Sco), il più importante organismo economico asiatico, tenutosi la scorsa settimana a Biskek, capitale del Kirghizistan, dove ha incontrato Putin e Xi Jinping.

Vertice di routine, potrebbe apparire, ma tale non è dato che gli Stati Uniti corteggiano da tempo l’India perché si schieri risolutamente dalla loro parte, ovvero diventi il maggior antagonista asiatico della Cina, con la quale stanno conducendo una guerra commerciale alzo zero, e receda i suoi legami con la Russia.

L’interdizione di Pompeo

Un atteggiamento implicito anche nelle dichiarazioni di Mike Pompeo, che mentre Modi partiva per Biskek ha voluto annunciare la sua prossima visita a New Dehli per fine mese.

Un’entrata a gamba tesa, un gioco di interdizione neanche troppo celato, volto ad avvertire il neopresidente indiano a non intraprendere vie diverse da quelle che conducono a Washington.

Nel fare il suo annuncio, Pompeo ha voluto riprendere lo slogan della campagna elettorale di Modi che recita: “Modi hai to mumkin hai“, ovvero “Modi lo rende possibile”. Modi può cioè rendere possibile quello stretto vincolo Washington – New Dehli finora sfuggito.

“È normale che la democrazia più popolosa del mondo collabori con la più antica del mondo” ha spiegato il Segretario di Stato Usa per rimarcare la necessità di tale sviluppo.

Per ingraziarsi ulteriormente l’India, Pompeo ha menzionato il già avviato programma made in Usa Asia-EDGE, che mira a un moderno sviluppo energetico dell’India tramite finanziamenti del governo americano e investitori privati.

Pompeo ha anche espresso la volontà degli Stati Uniti di fornire il colosso asiatico di sistemi anti-balistici e armi di ultima generazione, ricordando inoltre la linea dura del Presidente Trump nei confronti del Pakistan, rivale storico dell’India, al quale New Dehli rimprovera un asserito sostegno al terrorismo nella contesa regione di frontiera del Kasmhir.

Cina e India

Nonostante sussista attrito tra Pechino e New Dehli – causato dall’alleanza tra Cina e Pakistan, oltre che da controversie territoriali e rivalità economiche – i colloqui tra Xi Jinping e Modi hanno cercato vie per migliorare i rapporti economici e culturali in vista di una più profonda cooperazione.

Xi ha sottolineato quanto simili fossero i due paesi, descrivendoli come le uniche due economie emergenti al mondo con oltre un miliardo di abitanti, ed entrambe in una fase di rapido sviluppo.

Oltre alla volontà di instaurare un rapporto di fiducia con Modi, un articolo su Xinhua evidenzia l’intenzione del presidente cinese a instaurare un fronte comune, “per salvaguardare il libero commercio e proteggere i legittimi diritti dei paesi in via di sviluppo”.

Un fronte comune, quindi, che si opponga al protezionismo commerciale e alle politiche unilaterali atte a frenare lo sviluppo altrui.

Sembra cioè prospettare una possibile alleanza Cina-India contro certe derive americane, che ora danneggiano Pechino, ma in futuro potrebbero fare lo stesso con New Dehli, suggerisce sempre Xinhua.

Modi e il suo “caro amico” Putin

Durante l’incontro tra Putin e Modi sono stati discussi vari punti inerenti alle relazioni India-Russia, che da tempo vantano ottimi rapporti diplomatici e forti legami economici e militari – da ricordare come India e Turchia, nonostante le pressioni e le minacce del Pentagono, si vogliano dotare del sistema d’arma antiaerea russa S-400.

E ad oggi, il rapporto di stima reciproca tra i due leader appare di significativa importanza per le relazioni tra i due paesi. Durante i colloqui Putin si è congratulato con Modi per la sua vittoria elettorale e ha invitato il premier indiano a incontrarsi di nuovo a settembre.

“Possiamo fare molto” insieme ha detto Modi, dopo aver ringraziato il suo “caro amico” per aver creduto nella sua rielezione: “Ti sei congratulato con me anche prima che i risultati finali venissero annunciati […] la tua fiducia e la tua sicurezza, provenienti da un caro amico come te, significano molto”, ha detto Modi sottolineando i legami personali.

“Credo che dovremmo tenere colloqui anche nel format Russia-India-Cina – ha aggiunto il presidente indiano – e continuare a incontrarci anche in altri luoghi”. Una relazione trilaterale alquanto singolare si sta dunque creando in Asia, nonostante le ovvie, e non sopite, divergenze.

E pensare che il più influente  think tank atlantista era denominato Trilateral… parallelismi della storia.

 

P.S. Al margine dello CO, Putin si è incontrato con il presidente iraniano Hassan Rouhani effondendo parole di plauso per il suo omologo e l’avanzamento della cooperazione economica.

Ciò avveniva il giorno dopo l’attacco di due petroliere nel golfo dell’Oman, che per alcune ore ha tenuto il mondo col fiato sospeso, dato che poteva innescare un intervento Usa. Incontrando Rouhani, Putin ha inteso mandare un messaggio al mondo riguardo a quella funesta eventualità.