L'ambasciatore saudita all'Onu: chiudiamo la guerra in Yemen e all'Iran
Tempo di lettura: 2 minutiAbdallah al-Moallemi, rappresentante dell’Arabia Saudita presso le Nazioni Unite, ha dichiarato: “I sauditi non vogliono la guerra contro l’Iran, né nello Yemen né fuori dallo Yemen. È giunto il momento di porre fine alla crisi in Yemen”.
“Il mantenimento delle relazioni diplomatiche con l’Iran necessita di un terreno comune”, ha affermato il diplomatico saudita, il quale ha aggiunto che i contatti con Teheran verranno stabiliti al vertice della Mecca, senza specificare ulteriori dettagli.
Parole che sono passate inosservate, ma che hanno un respiro storico, dato che Riad è da alcuni anni il più irriducibile avversario di Teheran e che preludono alla fine di conflitti, aperto quello in Yemen, più sottotraccia quello con Teheran, che stanno rischiando di risucchiare il mondo in un vortice oscuro.
Nel raccontare la guerra in Yemen – che oppone la coalizione a guida saudita ai ribelli Houti sostenuti da Teheran -, un articolo del New York Times spiega come il ritiro del loro più importante alleato, gli Emirati Arabi Uniti (vedi Piccolenote), ha lasciato i sauditi soli a portare avanti le operazioni militari.
Perdita importante anche dal punto di vista logistico, dato che gli Emirati assicuravano le truppe di terra, lasciando ai sauditi solo l’incombenza dei bombardamenti aerei (che hanno fatto scempio di civili).
Secondo il NYT, Riad starebbe pensando di rimpiazzare la perdita ingrossando le fila dei miliziani jihadisti (tra cui al Qaeda), già presenti nel teatro di guerra. Ma è variabile a rischio, dato che non sono affidabili come gli eserciti regolari.
Secondo diversi analisti interpellati dal quotidiano della Grande Mela, Mohamed bin Salman spera in un più massiccio intervento americano, finora alquanto limitato.
Ma nonostante il solido rapporto tra il principe ereditario saudita e Trump, rischia di rimanere deluso, dato che il Congresso degli Stati Uniti sta tentando in tutti i modi di far uscire l’America da questa guerra.
Insomma, il conflitto yemenita, tanto fortemente voluto da Mohamed bin Salman, che immaginava una facile vittoria, si è trasformato in un “pantano” (NYT) da cui è difficile uscire, dato che per il principe ereditario sarebbe un’umiliazione insostenibile. Ma l’alternativa, ad oggi, ovvero il perdurare della guerra, appare altrettanto insostenibile.
In questa temperie vischiosa, arrivano sorprendenti le parole dell’ambasciatore saudita all’Onu, che aprono prospettive impensabili solo fino a ieri.
Restano le forze di contrasto, che cercheranno di chiudere gli spiragli che si stanno aprendo. Ma è difficile che le dichiarazioni di Abdallah al-Moallemi, diplomatico che rappresenta Riad all’Onu, siano parole dal sen fuggite…