10 Novembre 2012

Obama: "Ora i ricchi paghino più tasse"

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È la prima uscita pubblica del nuovo presidente Usa dopo due giorni di silenzio: un incontro con un gruppo di cittadini appartenenti al ceto medio. E subito chiede che sia rispettato il verdetto elettorale, ovvero che si metta mano a quel riequilibrio fiscale che ha spinto tanti cittadini americani a votare per lui.

Su questo e su altro ci sarà da trattare con i repubblicani, che alla Camera hanno la maggioranza e possono bloccare le riforme. Se non si trova un compromesso, gli Stati Uniti, data la situazione di bilancio, possono piombare in un “precipizio fiscale” foriero di tragedie. Obama si dice pronto al compromesso e, a parole, anche i repubblicani. Ma il nodo della tassazione ai più abbienti vede i due schieramenti fermi sulle proprie posizioni. Ci sono una cinquantina di giorni per trovare una soluzione. Tempo bastevole per trovare un accordo.

Per Obama la prima tegola post elettorale: si è dimesso il capo della Cia, generale David Patreus. Considerato in patria un eroe di guerra per quanto fatto nell’Iraq, il generale scivola su una buccia di banana: un’infedeltà coniugale. Almeno questo è il motivo addotto per le dimissioni. Per ora al suo posto c’è il vice, ma è probabile che la nuova amministrazione stia vagliando i profili di possibili sostituti. In questi tempi inquieti l’intelligence ha certa importanza.

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