19 Novembre 2012

Jabari ucciso mentre trattava la tregua
con Israele

Jabari ucciso mentre trattava la tregua <br> con Israele
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«Poche ore prima che la sua auto venisse incenerita da un missile, Ahmed Jabari [il cui assassinio ha incendiato il conflitto ndr.] aveva ricevuto una cartella di documenti dall’Egitto. La bozza di un accordo con gli israeliani per decretare una tregua di lungo periodo che fermasse i lanci di razzi da Gaza. Il capo militare di Hamas non aveva mai parlato con l’intermediario che da Gerusalemme guidava la trattativa, l’intellettuale che da ventiquattro anni con il suo centro studi cerca di trovare una soluzione al conflitto. “Jabari non era un uomo di pace, non credeva nella pace con Israele (…)”, ammette Gershon Baskin in un editoriale pubblicato sul New York Times. Eppure “nel decidere di ucciderlo Israele ha commesso un tragico errore”». Così sul Corriere della Sera del 18 novembre in un articolo firmato da Davide Frattini. Prosegue Frattini: «L’ipotesi di accordo per il cessate il fuoco proponeva che l’intelligence dello Stato ebraico passasse informazioni agli egiziani e da lì alle truppe di Jabari per intervenire contro fazioni come la Jihad islamica o i Comitati popolari di resistenza che non obbedivano agli ordini del movimento fondamentalista. È quello che ha spinto Aluf Benn, direttore del quotidiano liberal Haaretz, a scrivere “abbiamo eliminato il nostro subappaltatore nella Striscia di Gaza, incaricato di garantirci la sicurezza”».