No all'annessione: l'appello di alcune comunità ebraiche Usa
Tempo di lettura: 2 minutiMentre Israele fronteggia il flagello del virus, le trattative tra Netanyahu e Gantz per il governo di unità nazionale stanno affrontando il nodo cruciale dell’annessione di parte della Cisgiordania a Tel Aviv.
A quanto pare, Gantz, che in un primo tempo si era opposto, sostenendo invece la necessità che il nuovo governo nei prossimi mesi dovesse affrontare esclusivamente l’emergenza posta dal coronavirus e la crisi economica, avrebbe ceduto alle pressioni del premier.
L’accordo con Netanyahu prevederebbe dunque che nei prossimi mesi Israele procederà con l’annessione del 30% della Cisgiordani, in accordo con gli Stati Uniti e la comunità internazionale, ma lasciando comunque libertà di voto ai singoli parlamentari.
Lo riferisce Timesofisrael, che pure riporta una lettera aperta giunta in questi giorni a Gantz da parte di 140 autorevoli esponenti della comunità ebraica americana, che lo invitano con fermezza a evitare tale passo.
Così Timesofisrael sintetizza l’appello: “Procedere con l’annessione in questo momento sarebbe ‘particolarmente dannoso’ – non solo perché danneggerebbe le possibilità di un eventuale accordo di pace con i palestinesi, ma anche perché farebbe apparire che Gerusalemme stia approfittando di una pandemia globale” per dare seguito al suo disegno.
Peraltro, l’iniziativa “indebolirebbe” la difesa delle ragioni di Israele negli Stati Uniti: “Sarebbe vista come un opportunismo politico da parte dei sostenitori dell’annessione nel momento peggiore possibile e la farebbe apparire come una sfida ai leader dell’ebraismo americano che cercano di conservare un forte sostegno a Israele e alle politiche pro-israeliane” negli Stati Uniti.
L’appello, in forma di una lettera aperta, è stato indirizzato a Benny Gantz e Gabi Ashkenazi, che, abbandonando la loro formazione politica insieme ad altri parlamentari, hanno deciso di trovare un accordo con Netanyahu.
L’intesa non è stata ancora raggiunta, anzi Gantz ha dichiarato pubblicamente che resta fermo sulla decisione presa, ma anche che non è disposto a cedere su tutto. Non farò un governo “a ogni costo”, ha detto.
Il secondo scoglio sulla via dell’intesa riguarda il processo di Netanyahu, che dovrebbe iniziare a breve. Il premier vorrebbe una copertura politica, cioè far approvare una legge che lo protegga dalla magistratura, ma sul punto sta trovando l’opposizione di Gantz e dei suoi, che in caso di cedimento dovrebbero rimangiarsi quanto promesso in campagna elettorale.
C’è stallo, dunque, ma la grande questione resta l’annessione, che, se attuata, certo innescherà reazioni da parte dei palestinesi, col rischio di un nuovo incendio nella regione. Potrebbe cioè dar vita alla prima guerra del tempo post-coronavirus.
Nella foto, una vecchia foto di Benny Gantz e Gabi Ashkenazi