29 Luglio 2020

Hezbollah-Israele: tensioni e miracoli

Hezbollah-Israele: tensioni e miracoli
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Soldati dell’Unifil

Sempre alta la tensione al confine libanese tra Hezbollah e l’esercito israeliano a causa dell’uccisione di un miliziano del partito di Dio in Siria, avvenuta nel corso di un bombardamento israeliano.

Hezbollah ha promesso una risposta, Israele l’attende, dopo il tentativo di sedare la querelle con uno show non accolto dalla controparte (Piccolenote). L’esercito israeliano è schierato al confine e la popolazione civile della zona è in stato di allarme.

Hezbollah non ha fretta ma Israele ribolle

Ma Hezbollah non ha fretta e sta valutando la modalità della risposta. Va tenuto presente che Israele sta ribollendo. Manifestazioni contro Netanyahu si susseguono, con scontri di piazza nuovi per il Paese, tra manifestanti e polizia e tra opposte fazioni.

Clima pesantissimo, tanto che il Capo dello Stato, Reuven Rivlin, ha dichiarato: “Voglio dire chiaramente che, dopo i violenti sviluppi dell’ultimo giorno, l’omicidio di un manifestante […] o l’assassinio di un primo ministro israeliano non sono scenari che appartengono all’immaginazione” (Timesofisrael).

Ciò mentre il coronavirus dilaga. Così sul Timesofisrael: “Attualmente Israele ha il quinto numero più alto di nuove infezioni pro capite da coronavirus al mondo, sorpassa gli Stati Uniti, secondo i dati riportati da una pubblicazione scientifica dell’Università di Oxford”.

Netanyahu è in seria difficoltà. Certo, egli è l’uomo delle tempeste, che sa creare e cavalcare con intelligenza unica, ma stavolta è diverso. Il Paese è spaccato, lacerato, e non riesce a ritagliarsi, come in passato, il ruolo di salvatore della patria.

È impossibile che Hezbollah non stia valutando tutto ciò. Una risposta forte, o percepita come tale, rischia di innescare una guerra vera, che nessuno dei due contendenti vuole, sia per l’attuale nervosismo della società israeliana, sia per quello che agita, nel profondo, il premier.

Da qui la possibilità di una qualche trattativa segreta tra i duellanti per evitare incidenti di percorso. Non sarebbe la prima volta.

I miracoli al confine libanese

Su Yedioth Ahronoth un interessante articolo di Alex Fishman dal titolo: “I miracoli di Israele ed Hezbollah sul confine libanese”.

Nell’articolo si spiega che dal 2015 una serie di scontri tra i miliziani sciiti e l’esercito israeliano – missili e bombe contro uomini e veicoli – non hanno mai causato, “miracolosamente”, alcuna vittima.

“La spiegazione di tutti questi ‘miracoli’ lungo il confine – scrive Fishman – potrebbe essere rinvenuta nelle riunioni di un comitato anonimo che si riunisce di volta in volta nella città libanese di Naqoura, sede dal 1978 della Forza di interposizione delle Nazioni Unite in Libano”.

“Alle riunioni partecipano rappresentanti delle Nazioni Unite, dell’esercito libanese, che rappresenta Hezbollah, e soprattutto dell’Israel Defence Forces”.

“In quella sede, le parti si scambiano messaggi, s’intrecciano lamentele reciproche, si discute delle violazioni della risoluzione 1701 del Consiglio di Sicurezza (tesa a risolvere la guerra del Libano del 2006) e, forse, si tracciano quegli scenari miracolosi che vediamo accadere lungo il confine, per soddisfare il rispettivo pubblico”. Al solito, in Terra Santa si spera nei miracoli (vedi anche Ben Gurion).

 

Ps. Si può notare con certa ironia come i giornali laici usino tranquillamente la parola “miracolo”, che, a quanto pare, risulta quasi scomparsa dal vocabolario della Chiesa cattolica. Potrebbe essere di stimolo a un recupero.

PPs. L’Unifil, stanziato al confine libanese dal 2006, vede una forte partecipazione italiana, che per quattro volte ne ha assunto il comando (triennale). Una delle poche missioni di pace che funziona, fiore all’occhiello dell’Onu e dell’Italia.

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