29 Ottobre 2020

Nizza: l'eccidio di Notre Dame de l'Assomption

Nizza: l'eccidio di Notre Dame de l'Assomption
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L’attentato di NIzza, dove un criminale ha ucciso tre persone in chiesa, in nome del sacro Terrore, sgomenta e interpella. Le vittime sono tre fedeli, uccise all’arma bianca, e l’attentatore un adepto delle Agenzie del Terrore.

L’attacco arriva a tredici giorni dalla decapitazione di un insegnante francese, anche qui per mano islamista, che aveva fatto suonare il primo, ma ancora tenue, segnale di allarme, nella temperie di un vero e proprio scontro tra la Francia e il mondo islamico.

Uno scontro iniziato con l’improvvida e criminale pubblicazione da parte del mensile Charlie Hebdo delle vignette contro Maometto che già al tempo avevano suscitato una guerra di religione, sfociata nel tragico attacco alla redazione stessa.

Iniziativa criminale, perché era ovvio che avrebbe suscitato reazioni, come è accaduto, in tutto il mondo islamico, che vede offeso il suo Profeta. Reazioni unanimi, nonostante le profonde divisioni di tale ambito.

Ed era ovvio che l’Agenzia del Terrore ne avrebbe approfittato per rilanciare la sua sfida globale. La libertà è bene caro, ma tra l’accendersi una sigaretta in casa e farlo in una Santabarbara piazzata in un centro abitato, come ha fatto Charlie Hebdo, c’è certa differenza.

Nonostante l’evidente pericolo e nonostante le reazioni di tante autorità del mondo islamico, religiose e politiche, Emmanuel Macron, già impegnato in uno scontro a tutto campo con Recep Erdogan – e i Fratelli musulmani che egli rappresenta – per questioni geopolitiche (Libia, Cipro, Caucaso), ha deciso di tenere il punto, decantando i fasti della Francia laica e progressista.

Di tale discorso di inizi di ottobre scriviamo in altra nota (che è pendant necessario di questa): in questa sede basta riprendere che quel discorso, che voleva essere contro il radicalismo islamico ma ha finito per coinvolgere tutto l’islam, ha acuito l’irritazione del mondo musulmano e offerto al radicalismo islamico una nuova occasione, come è avvenuto a Nizza, certo di intercettare consensi tra le masse infuriate.

Non solo Nizza, un attacco quasi simultaneo è avvenuto in Arabia saudita, al consolato francese di Jeddah, che per fortuna non ha fatto vittime (un solo ferito).

Tale sfida si intreccia con certa tensione accumulata in Francia negli ultimi giorni: prima l’allarme bomba alla Torre Eiffel del 23 settembre (che ha richiesto l’evacuazione della Torre) e poi, due giorni fa, l’analogo allarme per l’Arco di Trionfo. Due monumenti simbolo della Francia minacciati nel giro di pochi giorni, con allarmi falsi e reali allo stesso tempo.

L’attivismo di Macron nel Mediterraneo, e in Libano in particolare, e la sua condanna non solo dei Fratelli musulmani, ma anche del wahabismo e del salafismo di matrice saudita, se da una parte rilancia il ruolo Mediterraneo della Francia, dall’altra tende a isolarla, basti pensare all’irritazione che suscita oltreoceano, e non solo, il complesso dialogo sottotraccia con Hezbollah per sistemare il Libano (Radio France international).

Isolamento che rende più arduo alla Francia affrontare la sfida del Terrore, rilanciata non a caso a Nizza, dove il feroce attentato del 2016, nel quale perirono 86 persone, ne amplifica l’eco.

Bersaglio dell’eccidio nizzardo di ieri non è stato un simbolo della Francia, come sarebbe dovuto per certa simbologia così cara al Terrore, ma altro, una chiesa e dei semplici fedeli. La chiesa di Notre Dame, per inciso, omonima di quella che un fuoco maligno incenerì a Parigi nell’aprile dello scorso anno, e che invece simbolo nazionale lo era.

 

Ps. L’eccidio di Notre Dame de l’Assomption suscita suggestioni. Tra queste l’oscuro, e forse indebito, rimando a un atto vandalico, sinistro ma di tutt’altra natura, avvenuto solo alcuni giorni fa a Santiago del Cile, dove la chiesa de l’Asunción è stata bruciata da ignoti, in modo del tutto gratuito durante proteste di piazza che riguardavano tutt’altro (nel caos, infiltrare è facile).

Un incendio le cui immagini, il campanile in fiamme, richiamano quello di Notre Dame di Parigi, omonima della Cattedrale de l’Assomption di Nizza. Suggestione che, per quanto sia solo eco e rimando simbolico, non riusciamo a non rilevare. Da poco l’annuncio del nuovo concistoro, dove papa Francesco ha chiamato alla porpora anche l’arcivescovo di Santiago. Il sangue versato in chiesa ieri, anche al di là di rimandi e suggestioni più o meno indebiti, di certo rinnova il dolore.