6 Dicembre 2012

La dolce memoria di Gesù e i sacramenti della Chiesa

La dolce memoria di Gesù e i sacramenti della Chiesa
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«Tutta la vita della Chiesa trascorre nel ricordo di Cristo, nella sua “dolce memoria” – una memoria suavitatis, per usare un’espressione di san Bernardo – senza che il tempo, passando, riesca mai a esaurirlo o ad attenuarlo». Così inizia un articolo di Inos Biffi, dedicato all’anno liturgico, pubblicato sull’Osservatore romano del 2 dicembre. Spiega Biffi: «Bernardo di Clairvaux definiva suggestivamente giorni della liturgia “giorni pieni di pietà e di grazia” e, mentre parlava dell’energia (vis) dei misteri di Cristo in essa commemorati, attribuiva al suo ministero di abate il compito di “aprire i sacramenti (aperire sacramenta)” e lo paragonava a quello di una madre, intenta a rompere il guscio delle noci per farne gustare il gheriglio ai propri figli».

Poi, dopo aver spiegato l’importanza della cura dei sacramenti per i pastori di anime, scrive che la comunità si raccoglie in una chiesa, non per sentire le «idee originali dell’ultimo teologo in passerella», né le dissertazioni di «specialisti», o ascoltare parole  da «iniziati», ma «per essere introdotta con discorso semplice e chiaro al mistero sorprendente e sempre nuovo della Trinità, dell’Incarnazione del Figlio di Dio, del dono dello Spirito Santo, del mirabile destino soprannaturale dell’uomo, dei “novissimi” (morte, giudizio, inferno e paradiso), della misericordia, capace di riparare anche la colpa più grave del peccatore pentito. Verità difficili per la gente? Ma, se così fosse, per quale motivo Gesù le avrebbe rivelate e per chi? In realtà esse sono la sostanza del Vangelo da predicare a tutti».

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