Biden, l'eccezionalismo americano e l'Iran
Tempo di lettura: < 1 minuteCon la presidenza di Joe Biden la bandiera dell’eccezionalismo americano non è stata affatto ammainata, anzi. Se ne ha solo una declinazione più soft, ma non per questo con meno rischi per la politica estera americana e per il mondo.
Questa l’idea di
L’eccezionalismo americano è un principio teologico, “un’affermazione non fattuale, ma di fede”, ha scritto il commentatore Peter Beinart. È una sorta di “pensiero magico” che offusca la possibilità di una strategia saggia.
Considerate, suggerisce Beinart, l’attuale impasse con l’Iran: Teheran vuole vedere almeno un certo grado di alleggerimento delle sanzioni prima di avventurarsi di nuovo nell’accordo nucleare i cui termini sono stati abrogati per la prima volta dall’amministrazione Trump. Ma Biden e i suoi alleati finora hanno indicato che la palla è nel campo dell’Iran, al quale spetta fare la prima mossa.
“Non importa quello che ha fatto l’America, i leader iraniani dovrebbero considerare la buona fede dell’America come ovvia”, ha osservato Beinart. Eppure, perché dovrebbero?
“Questo pensiero magico è un grave problema per la politica estera degli Stati Uniti”, ha scritto. “È un problema perché rende ciechi i politici americani su come i non americani guardano gli Stati Uniti che, ovviamente, giudicano gli Stati Uniti non in base a come concepiscono sé stessi, ma in base alle loro azioni”.