Abraham Yehoshua e la variante di Gerusalemme
Tempo di lettura: 2 minutiLeggere Abraham B. Yehoshua è sempre confortante. Scrittore israeliano da sempre ingaggiato nella lotta – ché di questo si tratta – per trovare una soluzione al conflitto tra israeliani e palestinesi, ha inviato una sua riflessione su InsideOver che è anche accorato e imprevisto appello. Un appello alla Chiesa cattolica e al pontefice perché aiuti i duellanti a riporre nel fodero le spade, al di là di torti e ragioni.
Non solo un appello, anche una proposta concreta: eliminare dal contenzioso uno dei fattori che lo rendono ancor più acceso, perché più forte attorno a esso si aggrovigliano le controversie a carattere religioso.
Si tratta dell’area di Gerusalemme che ospita il Tempio sacro agli ebrei, quel Muro del Pianto sopravvissuto alla storia e ai suoi rivolgimenti, e la Moschea di Al-Aqsa, il terzo luogo più santo della religione islamica.
L’idea per eliminare le controversie che puntualmente divampano attorno a quest’area è alquanto semplice e Yehoshua l’ha rinvenuta in un modello già presente, il Santo Sepolcro.
Oltre a essere il luogo più santo della cristianità, perché qui Gesù è risorto (questo il cuore della fede cristiana), il Santo Sepolcro è stato per secoli motivo di tenaci lotte in senso alla cristianità, tanto che per risolvere gli attriti più aspri si è deciso di affidarne la chiave a una famiglia islamica.
Uno spariglio che Yehoshua immagina potrebbe tornar buono per risolvere le feroci controversie tra islamici ed ebrei nella parte più santa di Gerusalemme, quella succitata, affidandone alla Chiesa, parte terza nel conflitto israelo-palestinese, la sua supervisione.
Certo, tanti troveranno problematiche in questa ipotesi, e anche obiezioni razionali. E però va dato atto allo scrittore di aver immaginato qualcosa di nuovo, mai concepito prima. Di aver immesso una variabile nuova, e virtuosa nelle intenzioni, e non solo nelle intenzioni, nel cuore dell’interminabile conflitto israelo-palestinese.
Né si può negare a Yehoshua il grande merito di non essersi mai rassegnato a questa guerra perpetua, e di aver sempre sperato contro ogni speranza, come denota l’articolo che segnaliamo, che va letto tutto, perché di rara intelligenza e profondità, come capita di rinvenire sempre meno sui media.
Per leggere l’integrale dell’articolo di Yehoshua su InsideOver cliccare qui.
Ps. Oggi giorno di elezioni in Israele. Sperare che possano favorire un nuovo inizio nel dialogo tra israeliani e palestinesi è legittimo, come è legittimo nutrire scetticismo sul punto. Vedremo.