Morsi nella stretta delle contestazioni di piazza
Tempo di lettura: < 1 minute«Se il Presidente cederà alla pressione dei manifestanti anti-islamisti e revocherà i pieni poteri che si è attribuito per decreto, saranno i Fratelli musulmani e i salafiti a portare in piazza una violenza maggioritaria, ma se non lo farà, se Morsi terrà duro e farà approvare la nuova Costituzione, il 15 dicembre in un referendum già oggi ampiamente delegittimato, sarà l’interno processo democratico post – primavera a perdere ogni significato». È il commento di Franco Venturini ai disordini scoppiati in Egitto, in un articolo pubblicato sul Corriere della Sera del 5 dicembre.
Prosegue Venturini: «Nessuno ignora che i Fratelli hanno nella loro ideologia e nelle loro credenze elementi poco affini ai valori occidentali. Ma proprio Morsi aveva acceso la speranza della moderazione, proprio in Morsi europei e americani avevano trovato un interlocutore ragionevole e costruttivo. Meglio attendere ulteriori verifiche, dunque, prima di emettere sentenze definitive. A condizione che Morsi compia il passo che deve compiere (ad esempio fissando la data di scadenza del decreto contestato, visto che è “temporaneo”). A condizione che la nuova Costituzione, se vivrà, non sia interpretata dagli islamisti in modo troppo restrittivo (…). L’esempio lo deve dare Morsi. Altrimenti gli ultimi due anni saranno tutti da rileggere, nel segno della sconfitta dell’Occidente».