Asphalt Princess il misterioso dirottamento nel Golfo Persico
Tempo di lettura: 4 minutiSi insedia il nuovo presidente iraniano Ebrahim Raisi e il Medio oriente è scosso da nuovi movimenti tellurici. Dopo l’attacco alla petroliera Mercer Street, che ha causato due vittime, è arrivato il dirottamento di un mercantile battente bandiera panamense, la Asphalt Princess, sempre nel Golfo Persico e sempre attribuito agli iraniani. Sull’attacco alla petroliera abbiamo scritto, in questa nota, il dirottamento.
Pirati molto maldestri
Uomini armati hanno assaltato l’Asphalt Princess, prendendone il comando per alcune ore, per poi fuggire. A mandare in fumo il crimine, l’equipaggio del mercantile, che ha manomesso i motori, rendendo impossibile il dirottamento (Timesofisrael). Nel frattempo l’azione dei pirati era stata segnalata alla Marina britannica che pattuglia la zona, che si è subito diretta, insieme ad aerei della Raf e Jet Usa, verso l’obiettivo.
Di interesse la dinamica descritta dall’Associated Press, che ha reso pubblica la registrazione di una conversazione telefonica tra l’equipaggio e la Guardia costiera degli Emirati Arabi, conversazione che l’Ap spiega di aver ottenuto dalla Angus Media, azienda statunitense che commercia in carne bovina… (perché non chiedere doverosa conferma alle autorità emiratine, un po’ più affidabili?).
Nella conversazione ottenuta per tramite bovino, l’equipaggio indica come iraniani i loro aggressori, dato che parlano quella lingua, anche se poi, in altra parte della comunicazione, dicono di non capire cosa dicessero proprio perché non capivano l’idioma…
Al di là che parlare iraniano non è indice di nulla, dato che lo parlano in tanti (ad esempio nelle unità speciali dell’esercito americano, israeliano, saudita, emiratino etc), questa conversazione dimostra che l’atto di pirateria è stato comunicato non molto dopo l’attacco.
E ciò perché l’equipaggio aveva ancora accesso agli apparecchi di comunicazione della nave, primo ambito che un pirata serio prenderebbe sotto il suo controllo (anzi, già è strano che siano riusciti a fare la chiamata… pirati davvero maldestri).
L’allarme subitaneo
A spiegare che nella conversazione è stata utilizzata la radio della nave e non il telefono cellulare di un membro dell’equipaggio è l’Ap, che spiega che l’Angus Media gli ha girato una “registrazione radio marittima”, cioè presumibilmente trasmessa su un canale ascoltato anche da una delle sue navi in transito nelle vicinanze (a meno di non supporre che la nave mercantile bovina avesse in dotazione apparecchiature atte a intercettare i cellulari, eventualità che ci permettiamo di escludere).
Continua l’Ap: “L’agenzia di stampa ufficiale dell’esercito dell’Oman ha dichiarato di aver ricevuto notizie secondo cui l’Asphalt Princess era stata dirottata e ha immediatamente inviato aerei da pattugliamento marittimo e navi militari della Royal Air Force”.
Insomma, allarme scattato prontamente, con immediato invio di forze di contrasto. Non si capisce, però, se tali forze siano arrivate altrettanto prontamente. Certo, cercare una nave in tutto quel mare è apparentemente arduo, ma anche no.
Così l’AP: “Secondo MarineTraffic.com, i dati di localizzazione satellitare mostravano che l’Asphalt Princess si stava gradualmente dirigendo verso le acque iraniane al largo del porto di Jask. Ore dopo, tuttavia, si fermava e cambiava rotta, dirigendosi verso l’Oman, poco prima che il gruppo della marina britannica dichiarasse che i dirottatori erano andati via e la nave era ‘al sicuro'”.
Insomma, tutto il tragitto era monitorato. E se certo le navi della marina britannica non potevano arrivare sull’obiettivo a breve, diverso è il discorso per i jet mobilitati, che sicuramente sono arrivati prima che i pirati lasciassero la nave, dato che il dirottamento è durato sette ore.
Caccia riuscita a metà
Tale circostanza, peraltro, è confermata da Business Insider: “Aerei statunitensi hanno visto uomini armati iraniani sospetti prendere qualcosa da una petroliera dirottata durante l’incidente durato 7 ore: fonte ufficiale”.
Insomma, gli aerei intercettori non solo hanno visto i pirati, ma hanno avuto modo anche di vedere con quale naviglio si sono allontanati, dato che certo non si son buttati a nuoto, e avrebbero avuto modo di seguirlo.
Si trattava di un crimine internazionale ed erano legittimati alla caccia. Certo, nel caso si fossero diretti verso la presunta madrepatria, i jet Usa avrebbero potuto incontrare l’altolà di Teheran che non avrebbe permesso la violazione dei propri confini.
Ma non è successo, né certo poteva succedere, dato che Teheran non si sarebbe fatta coinvolgere così apertamente da questi maldestri pirati.
Nel caso, invece, in cui i fuggiaschi si fosse diretti altrove, più plausibile, gli aerei americani e britannici avrebbero potuto inseguire il naviglio pirata dall’alto, indicandone la rotta agli altri cacciatori a loro associati.
I maldestri pirati non avrebbero avuto scampo. Ma non è avvenuto. Evidentemente li hanno lasciati andare, evitando così di appurare i fatti… Tanto che ancora oggi gli Stati Uniti, pur accusando l’Iran del crimine, “non possono confermare” le loro accuse (sempre Ap).
L’insediamento di Raisi e il nucleare iraniano
Accuse vaghe e misteriose, dunque, come vaga e misteriosa è la dinamica del maldestro dirottamento, che magari troverà chiarimenti postumi.
Secondo il portavoce delle forze armate iraniane, Abolfazl Shekarchi, le attuali perturbazioni marittime sarebbero “una sorta di guerra psicologica per preparare il terreno per nuovi, avventurosi, attacchi” contro il suo Paese (Reuters).
Diffidiamo delle dichiarazioni ufficiali dell’una o dell’altra parte, ma certo risulta alquanto bizzarro che l’Iran si metta a dirottare navi proprio alla vigilia dell’insediamento del nuovo presidente, Ebrahim Raisi, avvenuto oggi. Un’operazione tanto goffa e azzardata che ha avuto come esito solo di sporcare la cerimonia ufficiale.
E, in prospettiva, di creare nuove criticità al negoziato sul nucleare iraniano, che Teheran sta conducendo con la nuova amministrazione Usa, tra venti contrari di ogni tipo. Il Medio oriente è regione misteriosa, come misteriosi sono i pirati che vi imperversano.