Venezuela e Corea del Nord: si riaprono la trattative
Tempo di lettura: 3 minutiNon solo conflitti. Per fortuna nel mondo a volte si aprono spiragli di pace. È il caso degli sviluppi registrati da due controversie annose: In Venezuela ha inizio il dialogo tra governo e opposizione; altrove, Stati Uniti e Corea del Sud stanno cercando un modo per riprendere i negoziati con la Corea del Nord.
Oggi il presidente messicano Lopez Obrador ha annunciato che il suo Paese ospiterà i delegati del governo di Caracas e dell’opposizione, che si incontreranno per provare a ridurre le aspre distanze che li dividono (Washington Post).
Non è la prima volta che si prova una strada del genere, ma stavolta il dialogo ha avuto, almeno finora, il pieno consenso dell’Unione europea e degli Stati Uniti, che appoggiano l’opposizione e ritengono che il presidente legittimo del Venezuela sia il suo sedicente leader Juan Guaidò.
A rappresentare quest’ultimo sarà Carlos Vecchio, che gli fa da trait d’union con gli Stati Uniti, che così, di fatto, seguiranno da vicino il dialogo messicano. Gli Usa potrebbero essere interessati a chiudere la partita con Caracas, aperta dalla precedente amministrazione.
E ciò per il diverso atteggiamento verso il Sud America della nuova amministrazione Usa, dato che la sinistra del partito democratico, che fa riferimento al senatore Bernie Sanders, rigetta l’idea che Washington si riprenda con la forza il suo giardino di casa, politica rilanciata durante il mandato di Trump dal Consigliere per la Sicurezza nazionale John Bolton e che tanti guai ha procurato allo sventurato continente (golpe in Bolivia, rivoluzione colorata in Venezuela, inasprimento delle sanzioni contro Cuba e tanto altro).
Ma a favorire uno sblocco della situazione potrebbe essere anche la sete di petrolio degli Stati Uniti, che, avendo chiuso il mercato venezuelano, si sono visti costretti a incrementare le importazioni di oro nero dalla Russia, che quest’anno hanno conosciuto un livello record (e dire che si opponevano al North Stream 2 perché la Germania non comprasse il petrolio dalla nemica Mosca… bizzarrie della geopolitica).
Negoziati comunque difficili quelli che si terranno in Messico, dato che una soluzione alla crisi venezuelana priverebbe i falchi Usa di uno dei loro giocattoli preferiti. Focus della trattativa, l’alleggerimento delle sanzioni che stanno strangolando il Venezuela (1) in cambio di elezioni “libere ed eque”. Vedremo.
Primo cenno di distensione anche in Estremo oriente, dove oggi il Segretario di Stato americano Anthony Blinken ha incontrato il suo omologo sudcoreano Chung Eui-yong per riprendere il filo del dialogo con la Corea del Nord, collassato dopo la sconfitta di Trump.
Nel riferire la notizia, la Reuters ricorda come il presidente della Corea del Sud spinga per avviare rapporti economici con il Nord, il che implica la fine delle sanzioni, mentre l’America resta ferma nel sostenere che tale revoca sarà possibile solo se Pyongyang rinuncerà all’atomica.
Richiesta, quest’ultima, che vede accese discussioni anche in seno all’ambito diplomatico e politico Usa, in particolare tra quanti sostengono la necessità di una denuclearizzazione totale prima della revoca delle sanzioni – cosa impossibile – e quanti, invece, più realisticamente, chiedono un accordo di massima, con passi distensivi reciproci e concordati.
Al di là degli sviluppi di queste iniziative diplomatiche, registrare di tanto in tanto l’esistenza di queste oasi di speranza è di conforto.
(1) Interessante e istruttiva, riguardo le sanzioni vanezuelane, il caso della Libre Abordo, società per l’energia elettrica messicana, e della sua collegata Schlager Business Group. Nel 2019, sotto la mannaia delle sanzioni, tali società, si legge sulla Reuters, avevano stretto un accordo con Caracas per comprare 30 milioni di barili di petrolio in cambio di camion di acqua potabile.
Un accordo portato all’attenzione dell’organismo di vigilanza americano, che aveva dato il placet allo scambio, perché di mera natura umanitaria (non forniva armi al governo, ma acqua alla popolazione).
Un accordo coraggioso. Infatti, dopo poco, scrive la Reuters, le due “società messicane hanno dichiarato in un comunicato di essere state bersaglio di una campagna politica internazionale, guidata dal governo degli Stati Uniti, che ha portato a una perdita di oltre 90 milioni di dollari e alla sospensione delle esportazioni del Venezuela verso le due società”.
Tutto ciò ha prosciugato i rubinetti dei cittadini venezuelani (in contrasto con la Convenzione di Ginevra). Tale la premura di certo potere per il popolo di Caracas. A proposito di regimi…