Wuhan, EcoHealt Alliance: storia di coronavirus e di chimere
Tempo di lettura: 4 minutiLa trasmissione di Rai3 Presa Diretta nella puntata di sabato 23 ottobre dedicata alla pandemia (clicca qui per vederla) ha dato conto del lavoro sui virus condotto dalla EcoHealt Alliance, ente no profit americano, nel laboratorio di Wuhan.
Dopo un primo servizio che analizza il lavoro della commissione dell’OMS che ha indagato su Wuhan, la trasmissione analizza, a partire dal 44 ‘, con dovizia di particolari, documenti e interviste, l’ipotesi che vede il laboratorio cinese come origine della virus del Covid-19, ma come esito di un progetto finanziato dagli Stati Uniti.
Il coronavirus in Presa diretta
Nel nostro piccolo ci eravamo occupati di questa ipotesi a luglio (Coronavirus: lo scontro tra Paul e Fauci al Senato Usa) e a settembre (Covid-19: quando negli Usa si è giocato con il fuoco), dando conto di documenti ufficiali e autorevoli articoli per lo più made in USA, che difficilmente trovano eco sulla stampa nostrana.
“La scienza si basa sulla controversia, non si può mai chiedere agli scienziati di adottare un pensiero unico, questa è una deriva molto pericolosa”. Questa la dichiarazione di Jaques Van Helden, professore di Bioinformatica alla Aix-Marseille Universitè, che apre il servizio e che sintetizza perfettamente il momento attuale, in cui vige una scienza ufficiale, “religiosamente” vera, e che indica la direzione intrapresa dai cronisti di Presa Diretta.
La trasmissione ha il merito di mettere in fila fatti e documenti con chiarezza: il ruolo di EcoHealt Alliance e del suo presidente Peter Daszak, l’inchiesta controcorrente di The Intercept, i finanziamenti pubblici a EHA e i progetti scientifici (così stranamente simili a quanto poi scoperto nel virus del Covid-19) che intendevano portare avanti a Wuhan; il ruolo dell’National Institute of Healt (diretto da Anthony Fauci) e quello di DARPA (Defense Advanced Research Projects Agency, l’agenzia del Dipartimento della Difesa Usa incaricata di sviluppare nuove tecnologie per uso militare); dulcis in fundo, il famigerato “sito di taglio per la furina” del Covid-19, tanto insolito e che tanto ha interrogato i ricercatori di tutto il mondo.
Colpisce anche come le autorità statunitensi, e in primis Fauci, abbiamo rigettato come indegne le richieste di spiegazioni sulle ricerche volte a produrre un “guadagno di funzione” che i bioingegneri americani stavano conducendo a Wuhan, e che invece sono state recentemente confermate nientemeno che dal National Institutes of Health, la Sanita americana.
Covid: i nuovi documenti Usa
Ne riferisce Vanity Fair in un articolo del quale riportiamo un passaggio: “Mercoledì, il NIH ha inviato una lettera ai membri del Comitato della Camera per l’energia e il commercio nella quale ha riconosciuto due fatti. Uno era che EcoHealth Alliance, un’organizzazione no-profit con sede a New York che collabora con laboratori remoti per ricercare e prevenire lo scoppio di malattie emergenti, ha effettivamente potenziato un coronavirus di pipistrello perché diventasse potenzialmente più infettivo per l’uomo, cosa che la lettera NIH descriveva come un “risultato inaspettato” della ricerca che ha finanziato e che è stata condotta in collaborazione con l’Istituto di virologia di Wuhan”.
“Il secondo era che EcoHealth Alliance ha violato i termini delle sue condizioni di concessione, le quali stabilivano che essa doveva segnalare se la sua ricerca aumentava di dieci volte la crescita virale di un agente patogeno”.
Non solo, The Intercept ha dato conto di una nuova documentazione che il National Institutes of Health è stato costretto a inviare alla sua redazione nell’ambito di una causa legale. Documenti che rivelano come la EcoHealt Alliance, negli anni precedenti, abbia chiesto alla NIH finanziamenti per potenziare virus pericolosi per l’uomo.
Nell’ambito di questi esperimenti, i virologi della EcoHealt Alliance hanno clonato il virus della MERS-CoV – che imperversò nel 2012 – che ha una mortalità maggiore dell’attuale Covid-19 (35% in più). La creazione di tale virus chimera da parte della EHA ha ovviamente lasciato basiti alcuni virologi interpellati dal media statunitense.
Dinieghi e decisioni bizzarre
Il giornale riferisce anche che in precedenza aveva chiesto alla EcoHealt Alliance se avesse condotto esperimenti sulla MersCov, ricevendo un netto diniego. Particolare che getta ombre su altri dinieghi similari.
Non riportiamo tutto l’articolo di Intercept, molto lungo e articolato. Anche in questo caso, rimandiamo, chi fosse interessato, a leggerlo integralmente cliccando qui.
Molto si è parlato del laboratorio di Wuhan e poco della EHA. Ma forse per capire davvero come è nato questo maledetto virus, oltre che mandare esperti dell’Oms a Wuhan, occorrerebbe mandarli anche nella sede dell’EcoHealt Alliance e affiliati, negli Stati Uniti. Cosa che, ovviamente, non accadrà mai.
Non c’è nessuna pistola fumante in queste rivelazioni, nessuna “prova” che il Covid-19 sia stato costruito a Wuhan, ma sono cenni che evidenziano una realtà diversa da quella che ci avevano raccontato.
Una realtà che ha tanti punti d’ombra e in cui vige certa omertà. D’altronde tanti sono gli interessi – finanziari e geopolitici – in gioco in questa vicenda. Probabilmente non conosceremo mai tutta la verità, ma i tentativi seri (tanto il ciarpame in circolazione) per uscire dalla palude delle “verità ufficiali” sono benvenuti.
Nota a margine. Resta, infine, da capire, perché John Bolton, il motore politico delle guerre infinite, quando è diventato Consigliere per la Sicurezza nazionale degli Stati Uniti (aprile del 2018) abbia chiuso l’ufficio per il controllo delle pandemie che operava in seno al Consiglio stesso. Una decisione del tutto inutile e bizzarra, che ha accecato gli Usa, e di fatto il mondo, su quanto si stava consumando a Wuhan.