Biden non risponde alle chiamate del premier israeliano
Tempo di lettura: 2 minutiBennet ha tentato più volte di avere una conversazione telefonica con Biden, ma il presidente americano non ha accolto le richieste del premier israeliano. Una notizia riportata da Timesofisrael, pubblicata a margine di altre note molto meno importanti, che ha una rilevanza primaria.
Bennet, ha riferito Channel 13 news, avrebbe voluto esprimere a Biden le sue preoccupazioni riguardo i colloqui sul nucleare iraniano, ma a quanto pare il presidente Usa non ha voluto ascoltarlo.
Certo, sia il ministro della Difesa israeliano Benny Gantz che quello degli esteri, Yair Lapid, hanno avuto modo di tenere colloqui ad alto livello nelle loro visite negli Stati Uniti, manifestando le preoccupazioni di cui sopra, ma hanno potuto incontrare solo il Segretario di Stato Anthony Blinken, non il presidente.
E sempre Blinken ha risposto a una chiamata di Bennet, ma quando quest’ultimo ha chiesto al Segretario di Stato di parlare della questione iraniana, il suo interlocutore “ha sollevato la questione della costruzione ad Atarot“, un’area di Gerusalemme Est – che dovrebbe in teoria essere controllata dai palestinesi – nella quale il governo israeliano aveva progettato di costruire un complesso abitativo, sottraendo territori alla controparte (progetto poi annullato).
Sulle trattative riguardo il nucleare iraniano, che si stanno svolgendo a Vienna, c’è un’intenso lavorio da parte delle autorità israeliane perché non si addivenga a un accordo. Pressioni che si sommano a quelle dei falchi Usa e che evidentemente sono registrate con fastidio dall’amministrazione americana, che invece vuole arrivare a una qualche intesa con Teheran.
Il diniego di Biden evidenzia appunto questo contrasto, che evidentemente nessuna delle due parti vuole che sia reso pubblico, per salvare le apparenze che vedono i due Paesi alleati di ferro.
Né l’America può arrivare a un accordo con Teheran in palese contraddizione con Tel Aviv. Per questo Biden ha mandato in Israele il suo Consigliere per la Sicurezza nazionale Jake Sullivan, arrivato ieri per una visita di tre giorni, una tempistica dilatata che ne indica l’importanza.
Secondo Axios, che ha raccolto le indiscrezioni provenienti da fonti israeliane, Sullivan avrebbe recepito in pieno le preoccupazioni della controparte, cioè a dire che nessun accordo sarebbe all’orizzonte e che il rapporto con Teheran sarebbe destinato a registrare nuove e pericolose tensioni.
Ma non è detto che le indiscrezioni rispecchino i fatti, essendo spesso viziate dai desideri delle fonti, che ai fatti si sovrappongono. Peraltro, è una strategia diplomatica alquanto comune quella di far trapelare notizie indirizzate nella direzione desiderata. Ma, ovviamente, potrebbero essere veritiere. Vedremo, lunedì, a Vienna, riprendono le trattative.