L'urlo disperato di Pannella per gli ultimi
Tempo di lettura: < 1 minuteMarco Pannella è stato ricoverato in ospedale e rischia la vita a causa di uno sciopero della fame e della sete iniziato una settimana fa per ottenere l’amnistia. Le carceri sono sovraffollate e i detenuti vivono in una condizione spesso disumana. Una tragedia ricorrente, sulla quale anche la Chiesa in passato non è rimasta in silenzio, anzi.
Nei tempi passati le amnistie erano frequenti. Non ai nostri, nei quali alla scristianizzazione si è accompagnato un moralismo diffuso e una concezione del carcere come punizione stricto sensu. Ma al di là di considerazioni altre e diverse, questo anticlericale (che per tanti motivi certo non è particolarmente simpatico ai cattolici), combatte oggi con i suoi singolari mezzi, il digiuno, una battaglia di civiltà e di umana pietà. Cara anche ai cattolici, ché il visitare i carcerati, tra l’altro, appartiene a una delle tante opere di misericordia richieste dalla Chiesa (e da Gesù stesso, nel giorno del Giudizio: «ero in carcere e mi avete visitato»).
Così è con certa ironica simpatia che, leggendo i giornali, si apprende che il leader dei radicali è stato ricoverato presso la clinica di Nostra Signora della Mercede.