La Ue, la Sicurezza nazionale Usa e quella russa
Tempo di lettura: < 1 minutePubblichiamo un estratto da un intervento dell’ex ambasciatore Marco Carnelos su Dagospia.
“A scanso di equivoci, la spietata invasione russa non ha giustificazioni! […] Allo stesso tempo, non vi può essere alcuna giustificazione nemmeno per la posizione passiva, pavida e attendista che l’Unione Europea ha mantenuto sin dal 2014, mentre era ampiamente noto che l’irrisolta questione Ucraina era una bomba a orologeria”.
“[…] Non c’è bisogno di essere un esperto di relazioni internazionali per comprendere che la sanguinosa guerra a bassa intensità combattuta nel Donbass negli ultimi otto anni e praticamente ignorata dai media occidentali, nonché il fallimento sistematico nell’attuazione degli accordi di Minsk, prima o poi, avrebbero fatto deflagrare la situazione, specie se è solo un quarto di secolo che la Russia ammonisce – inascoltata – sull’espansione a est della NATO”.
“[…] Naturalmente, le democrazie occidentali possono legittimamente sostenere che le preoccupazioni russe siano un mero pretesto o che non possano essere promosse attraverso il ricorso alla guerra. Si tratta di una posizione ineccepibile. Tuttavia, perlomeno negli ultimi tre decenni, le democrazie occidentali hanno accettato, e spesso sostenuto materialmente, gli Stati Uniti che hanno scatenato guerre lunghe e sanguinose a migliaia di chilometri di distanza dai propri confini rivendicando minacce alla propria sicurezza nazionale”.
“Se una tale posizione è stata accolta e sostenuta con tanta disinvoltura è davvero così assurdo e inaccettabile che anche la Russia possa rivendicare un simile diritto? Soprattutto se, nel suo caso, sta agendo appena oltre i suoi confini? E secondo quale logica avanzare un simile dubbio espone automaticamente alla calunnia di essere un ‘fantoccio di Putin’?”