6 Giugno 2022

Nigeria: strage degli innocenti

Nigeria, strage degli innocenti
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Feroce attacco alla chiesa di San Francesco a Owo, in Nigeria.

Una legione di assassini ha fatto strage mentre si celebrava la messa della Pentecoste. I morti sarebbero tra 50 e 70 e per lo più bambini, ha dichiarato Oluwole Ogunmolasuyi, leader del partito di maggioranza alla Camera, intervenuto sul posto subito dopo l’aggressione (ne riferisce il media nigeriano PremiumTimes). Tanti i feriti in cura, tra cui molti bambini.

Ignoti ancora gli aggressori, che hanno colpito con esplosivi per poi sparare alla folla in fuga. Nessuna rivendicazione, ma la storiella che vede l’episodio inserirsi nell’ancestrale conflitto tra i Fulani, pastori musulmani, e gli agricoltori cristiani, non convince affatto.

Se si è tirata fuori questa spiegazione di comodo è perché Boko Haram, il gruppo terroristico affiliato ad al Qaeda, che da anni imperversa in Nigeria, non ha rivendicato.

Ma la storia dei Fulani è davvero troppo semplicistica per un attacco tanto mirato, il giorno della Pentecoste, e dirompente, dal momento che ne parlato il mondo intero. Il governatore della regione,  Rotimi Akeredolu, dà un quadro diverso e più convincente: si è trattato di un atto “vile e satanico”.

Già satanico, come sono sataniche le reti del Terrore che operano nel mondo, dall’Isis ad al Qaeda, verso le quali il potere d’Occidente ha un approccio ambiguo, tanto da renderne impossibile l’eradicazione.

Per fare qualche esempio, l’Isis non è stato contrastato in Siria, perché era funzionale al regime-change che avrebbe dovuto esautorare Assad. E così al Qaeda, la cui enclave di Idlib è stata difesa a spada tratta dagli Stati Uniti quando siriani e russi hanno provato ad attaccarla.

E al Qaeda è intervenuta anche nella guerra yemenita, contro gli Houti ovviamente, il movimento combattuto da sauditi e americani (vedi Associated Press, “Inchiesta AP: i ribelli di al-Qaida in Yemen sono alleati degli Usa“).

Come c’è tanta ambiguità anche ad altri livelli. Citiamo, solo per fare un esempio, la scelta della Ue di includere nel Pil degli Stati membri anche le attività illegali, con decisione presa nel 2014. Così i dividendi della mafia nigeriana, che opera in Italia e vive in osmosi con la malavita nostrana e i terroristi di Boko Haram, appartengono di diritto al Pil italiano, rendendo positivo il male.

Come si legge in una nota della lavoce.info, ci sarebbe da interpellarsi, e molto, “sull’opportunità della scelta di ricomprendere nel Pil voci riconducibili alle attività delle organizzazioni mafiose, come se lo stato riconoscesse e si avvalesse dei benefici prodotti dall’antistato”.

Per fare un esempio più recente di tale ambiguità, si può vedere l’indifferenza con cui il mondo (non) segue la lotta dei talebani per eradicare l’oppio dall’Afghanistan, che produce l’85% dell’oppio globale (vedi PIccolenote).

Il traffico di droga, si sa, va finanziare anche le reti del Terrore, grazie a un commercio lucroso quanto occulto. Il mondo dovrebbe aiutare Kabul in questa opera benemerita. pur tenendo ben ferma la vigilanza verso le contraddizioni del loro integralismo.

Invece, di fatto gli sta mettendo i bastoni tra le ruote, flagellando il Paese con sanzioni pesantissime che rendono molto più difficile convincere i contadini ad abbandonare la loro lucrosa attività.

Ci sarebbe tanto altro da scrivere su tale ambiguità che rende tanto difficile eradicare la malapianta del Terrore, ma ci fermiamo qua. Al dolore innocente si addice il silenzio.