Nucleare iraniano: gli ebrei USA e israeliani che vogliono l'accordo
Tempo di lettura: 2 minutiPiù di una dozzina di organizzazioni statunitensi hanno inviato una lettera a Biden esortandolo a ripristinare l’accordo sul nucleare iraniano stracciato da Trump.
Lo riporta Responsibile Statecraft, che spiega come la missiva riferisca che Il presidente americano a suo tempo aveva definito un “disastro” la decisione del predecessore, dichiarando solennemente che avrebbe fatto un’inversione di marcia.
Ma, nonostante abbia avviato negoziati con Teheran, i risultati non si vedono. Anzi, sembra che lo stesso negoziato stia collassando, col rischio che Teheran riprenda la sua corsa all’atomica innescando un attacco preventivo israelo-americano.
Tante le tesi ostative al ripristino dell’accordo. Una delle più ricorrenti riguarda alcune criticità dello stesso, che sarebbe dunque da cambiare per renderlo più vincolante per Teheran.
Sul punto, però, Nancy Parrish, direttore esecutivo di Women’s Action for New Directions, una delle organizzazioni che ha firmato la missiva, spiega: “Consentire al perfetto di essere il nemico del bene mette il mondo in grave pericolo, con l’ennesimo Stato pericoloso in possesso delle armi più letali sulla terra”.
A oggi, il punto sul quale più si è incagliato il negoziato riguarda l’inserimento dei Guardiani della Rivoluzione nella lista nera del terrorismo, decisione presa dall’amministrazione Trump dopo la rescissione dell’accordo e che Teheran chiede sia revocata.
Sul punto la missiva spiega un retroscena interessante: “Gli oppositori dell’accordo hanno spinto Trump a confezionare delle polpette avvelenate a uso e consumo della politica interna [degli Stati Uniti] – come designare il Corpo delle Guardie Rivoluzionarie Islamiche dell’Iran come un gruppo terroristico – con lo scopo specifico di rendere difficile a un suo successore rientrare nell’accordo“.
Molto interessante, infine la conclusione dell’articolo: “Dylan Williams, vicepresidente senior per la politica e la strategia di J Street, ha osservato che ‘la stragrande maggioranza degli elettori ebrei americani e l’establishment della sicurezza israeliana sostengono il ripristino dell’accordo per far fronte alla crescente criticità legata al nucleare e all’insicurezza regionale provocate dall’approccio disastroso di Trump'”.
Oggi a Teheran è atterrato l’alto rappresentante per politica estera dell’Ue, Josep Borrell, con lo scopo specifico di rilanciare i negoziati. Peraltro, con la stretta delle sanzioni sul petrolio russo, quello iraniano fornirebbe una valida alternativa. Ma per poter comprare petrolio da Teheran occorre che siano tolte le sanzioni, cioè ripristinare l’accordo di cui sopra.
La politica sanzionatoria made in Usa sta facendo collassare il mondo… urgono correzioni di rotta.