28 Luglio 2022

I droni iraniani alla Russia? Nulla di reale per gli USA

I droni iraniani alla Russia? Nulla di reale, dicono gli USA
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Jake Sullivan

Jake Sullivan l’aveva denunciato senza mezzi termini e tutti i media d’Occidente e arabi l’avevano rilanciato con enfasi: la Russia, aveva detto il Consigliere per la Sicurezza nazionale Usa, sta acquistando droni dall’Iran per far fronte alle necessità della guerra ucraina.

La smentita sui droni iraniani

Alcuni giorni dopo, la sorpresa: “Gli Stati Uniti hanno dichiarato martedì di non aver visto segni che la Russia stia acquistando droni dall’Iran nonostante le precedenti valutazioni secondo cui il Cremlino aveva intenzione di farlo perché viene isolato dalle sanzioni internazionali”.

“‘Non abbiamo visto alcuna indicazione di alcun tipo di effettiva consegna e/o acquisto di droni iraniani da parte del ministero della Difesa russo’, ha detto il portavoce del Consiglio di sicurezza nazionale John Kirby ai giornalisti di al Arabiya“, riferisce l’agenzia stampa saudita.

L’ennesimo falso allarme. E, al solito, la smentita successiva è stata data con nonchalance, nulla importando il fatto che si sia mentito al mondo intero. Serviva, il falso allarme, ad alimentare l’astio verso l’Iran, che in tal modo veniva accomunato alla Russia e all’invasione dell’Ucraina.

L’annuncio di Sullivan, peraltro, era giunto prima del viaggio di Biden in Medio oriente, utile a incrementare la spinta anti-Iran nella regione e a cementare l’alleanza tra Israele e Paesi del Golfo contro il comune nemico iraniano, tagliando i flebili legami tra sciiti e sunniti, in particolare tra sauditi e iraniani, ripresi da poco, dopo decenni di ostilità.

Inoltre, portava acqua al mulino di quanti si oppongono al ripristino dell’accordo sul nucleare iraniano, i cui negoziati, ormai agonizzanti, rischiano di collassare. Nulla di reale, come evidenziato dalle stesse autorità statunitensi, ma ormai durante il viaggio di Biden sono stati firmati accordi militari e commerciali, incrementando i legami tra Paesi arabi sunniti e Stati Uniti (e Israele), ovviamente in contrasto con gli interessi di Teheran.

Un successo della diplomazia americana, in realtà molto relativo  (sul punto rimandiamo a Piccolenote) e altra benzina versata sul fuoco del caos mediorientale.