Monti accetta: guido la coalizione
Tempo di lettura: < 1 minuteRiunione a Roma dei futuri leader del centro con Mario Monti. La location è riservata, per evitare occhi indiscreti, ed è situata al Gianicolo, in un convento delle suore di Sion messo a disposizione da sant’Egidio. Al termine della riunione Monti ha parlato nuovamente alla Nazione, annunciando che il dado è tratto e che darà il suo nome alle liste centriste che faranno propria la sua agenda. Liste e non lista, perché sul punto c’è stata discussione. Pare che il ministro Passera si sia impuntato sulla necessità di fare un’unica lista al Senato e alla Camera, idea che avrebbe incontrato il consenso di Monti ma non degli altri convenuti. Così si è deciso per liste diverse con unico brand: per Monti o per l’agenda Monti o altro (mai un’agenda o un diario ha avuto tanta importanza nella politica italiana…). Al di là di facili ironie, dopo la riunione Passera ha annunciato la sua incandidabilità. Scelta forse dettata anche dall’esigenza, espressa da Monti, di esplicitare i vari conflitti di interesse dei candidati, scoglio sul quale avrebbe potuto impattare l’attuale ministro dello sviluppo economico.
Comunque il “patto dei sionisti”, come lo ha definito uno dei partecipanti, è fatto: si va alle urne con la speranza che il Pd non conquisti la maggioranza al Senato e sia costretto a venire a patti con il nuovo centro. Cosa possibile dato il meccanismo elettorale e dal momento che è altamente probabile che i voti di Silvio Berlusconi rimarranno bloccati causa non comunicabilità con altri. Ma Bersani avverte: Monti non si illuda che se arriva secondo o terzo possa fare il Presidente del Consiglio. Chi vince governa. Sarà così?