8 Agosto 2022

Uccisione al-Zawahiri: il corpo non si trova, dicono i talebani

Uccisione al-Zawahiri: il corpo non si trova, dicono i talebani
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“I talebani affermano di non aver trovato il corpo del leader di Al-Qaeda assassinato dagli Stati Uniti, Ayman Al-Zawahiri , a seguito di un’indagine condotta  dopo la sua uccisione”. Così su New Arab.

A darne comunicazione pubblica è stato il ministro dell’informazione del governo afghano  Zabiullah Mujahid, il quale ha detto che nella casa colpita dal missile americano “è stato distrutto tutto, ma non c’era nessun corpo”.

Uccisione al-Zawahiri: a proposito di missili rotanti e case disabitate

In un’altra nota avevamo notato che il raid del drone della Cia contro la casa in cui avrebbe trovato rifugio il leader di al Qaeda presentava degli aspetti singolari, a iniziare dai missili non caricati da testate esplosive ma dotati di lame rotanti, in stile Goldrake, usati nell’occasione, mai usati in precedenza, una sorta di arma segreta dell’arsenale dell’Us Army (siamo curiosi di vedere se verranno utilizzati in futuro, dal momento che a occhio tale tipo di arma non sembra di grande utilità).

E ci si interpellava anche sulla mancanza di riscontri oggettivi al raid, come da dichiarazioni ufficiali delle autorità statunitensi, le quali hanno comunicato di non avere alcun interesse a cercare ulteriori prove, essendo bastevoli quelli già in loro possesso, non rivelate alla pubblica opinione.

Inoltre, a suscitare perplessità è anche un altro aspetto della questione, che un occidentale, non avvezzo alle rivalità feroci esistenti nel mondo arabo, non può cogliere.

I pessimi rapporti tra Al Quaeda e i talebani

Tali perplessità sono esposte in un articolo di Eric Margolis ripreso dal sito del Ron Paul Institute: “Il motivo per cui al-Zawahiri vivesse liberamente a Kabul – se davvero era là – rimane un mistero. I rapporti tra al-Qaeda e talebani sono sempre stati pessimi, così come con l’Iran”.

“Eppure al-Zawahiri avrebbe scelto di vivere in un appartamento del centro, circondato da informatori, spie ed ex agenti della polizia segreta del regime con una taglia di 25 milioni di dollari in testa? Ci si chiede anche perché Osama bin Laden vivesse ad Abbottabad, un accampamento militare pakistano, liberamente e senza guardie a presidio”.

Così ci permettiamo di dare notizia anche delle conclusioni delle indagini dei talebani, che peraltro coincidono con una testimonianza da Kabul raccolta dalla Reuters citata nelle nota pregressa, secondo la quale la casa sarebbe stata disabitata.

L’annuncio del talebani, che smentisce seccamente la grandiosa narrazione Usa (a meno che non si sia polverizzato…), potrebbe essere non veritiero, ma ci sembra comunque doveroso darne notizia, lasciando al lettore le conclusioni. Riteniamo che l’importanza della vicenda non dia spazio alla censura preventiva, osservata dai media d’Occidente che hanno snobbato la comunicazione.