8 Gennaio 2013

Pechino vuole chiudere i campi di rieducazione

Tempo di lettura: < 1 minute

Il governo cinese ha annunciato, tramite Sina Weibo (il Twitter cinese), di voler chiudere i laojiao, i campi di lavoro e rieducazione attivi da 55 anni. Una mossa accolta con favore dai gruppi per i diritti umani. Un ricercatore della ong Human Rights Watch ha spiegato a Ilaria Maria Sala, sulla Stampa: «È un messaggio molto chiaro da parte di Xi Jinping (il presidente cinese della nuova amministrazione, che prenderà pieni poteri a marzo), che mostra che il Dipartimento di pubblica sicurezza sta perdendo parte dei suoi poteri». Il Dipartimento è stato uno degli strumenti “maoisti” di controllo sulla popolazione: nei campi di rieducazione i cittadini «non scontano semplicemente una pena, ma vengono “riplasmati” nel pensiero». Anche Bo Xilai – esponente di punta della componente neo-marxista del Partito comunista cinese, caduto in disgrazia l’anno scorso – aveva fatto ampio uso dei campi di rieducazione nella sua campagna «contro la criminalità».

Archivio Postille
6 Febbraio 2016
La crisi libica e la morte di Giulio
Archivio Postille
2 Febbraio 2016
Iowa: la vittoria di Cruz e della Clinton