Eisenhower e i pericoli del complesso militar-industriale
Tempo di lettura: < 1 minuteLa presente nota fu pubblicata su Piccole Note nel marzo del 2014. La riproponiamo per comodità in relazione all’articolo del 13 dicembre 2022
Alla fine del suo mandato presidenziale, nel 1961, Dwight D. Eisenhower, il generale-presidente che era stato comandante in capo delle forze alleate durante la seconda guerra mondiale, pronunciò un discorso d’addio in cui spiegò ai suoi connazionali che esisteva ormai negli Stati Uniti una grande industria degli armamenti.
Questa industria aveva una funzione fondamentale per la sicurezza del Paese, ma occorreva evitare che “il complesso militar-industriale” esercitasse un’indebita influenza sulla politica nazionale.
Non dobbiamo permettere, aggiunse, che questa combinazione tra le forze armate e una grande industria bellica condizioni il processo democratico». La sintesi del discorso dell’allora Presidente degli Stati Uniti è stata riproposta ai lettori del Corriere della Sera da Sergio Romano il 22 settembre, e accenna a un problema ancora oggi presente, se non più pericoloso di allora, stante che l’apparato militare è più duttile, diversificato e sofisticato.
Romano, che pure non è né un pacifista né un utopico, come dimostra nel resto della missiva dove ribadisce la necessità delle industrie belliche, rispondeva alla domanda di un lettore che gli chiedeva lumi sulle parole del Papa pronunciate al sacrario militare di Redipuglia.