La bozza della Finanziaria USA nega le armi al Battaglione Azov
Tempo di lettura: 2 minutiNella bozza dell’articolata norma Usa corrispondente alla nostra finanziaria si nota un particolare più che curioso. Il documento in questione si trova sul sito ufficiale del governo degli Stati Uniti e, alla fine, si rimanda ai finanziamenti per i vari capitoli di spesa previsti per l’anno fiscale 2023, divisi per settori (Difesa, energia etc).
Il documento relativo al settore Difesa si può visionare anche nello specifico, cliccando sui vari capitoli di cui si compone: Sommario | Scheda informativa | Dichiarazione esplicativa.
Se si clicca su “scheda informativa” si va a un documento alquanto articolato che, a pagina 129, riserva una sorpresa. Citiamo dal testo: “La sezione 8138 proibisce l’uso di fondi per fornire armi, addestramento o altra assistenza al Battaglione Azov”.
Bizzarro… media e opinionisti ci avevano spiegato in tutti i modi che tale Battaglione, punta di diamante dell’esercito ucraino, non era affatto impregnato della follia nazista, nonostante il fatto che il Congresso nel 2018 avesse deciso di vietare di inviare “armi alle milizie ucraine legate ai neonazisti”, come recitava il titolo riassuntivo di The Hill che dava notizia del veto posto dal parlamento Usa.
Non solo, a settembre una delegazione del Battaglione è stata anche ricevuta a Capitol Hill. Ne dava notizia Daria Kaleniuk in un tweet stupefacente: “Il momento più emozionante è stato quando abbiamo improvvisamente incontrato i soldati dell’Azov liberati proprio all’interno della sala principale del Campidoglio” (prigionieri, erano stati rilasciati dai russi in uno scambio di prigionieri con Kiev).
Nell’occasione la delegazione ha incontrato diversi esponenti politici americani, come riferiva Alaska News.
Eppure, e nonostante siano stati sdoganati in modo così esplicito, torna la diffidenza negli Stati Uniti, tanto da negar loro ancora una volta armi e addestramento (troveranno quanto serve in altro modo). Sanno perfettamente che la guerra non ha affatto cambiato la natura di tale movimento, rimasto neonazista nonostante l’opera di sbiancamento mediatica.